Nel comunicato stampa che accompagna l’esordio ufficiale dei Sun June, è riportato che Laura Colwell (voce) e Stephen Salisbury (chitarre), ovverosia 2/5 della formazione di Austin, Texas, lavoravano entrambi nella sala montaggio del regista Terrence Malick. Durante le pause di lavorazione provavano con la neonata band, assieme agli amici Michael Bain (chitarra), Sarah Schultz (batteria) e Hustin Harris (bass), e da lì il giochino prese il via.
Pacato e gentile, ricco di suggestioni e di chitarre morbide (correte ad ascoltare la slide su “Johnson City”), “Years” raccoglie il risultato di quelle session, un lavoro che va a posizionarsi a un ipotetico incrocio fra Mazzy Star e Yo La Tengo, denso quindi di atmosfere notturne e trasognate (“Underneath”). “Discotheque” e “Young” sono i brani-chiave, quelli ai quali è affidato il compito di tratteggiare la strada. Un percorso che si srotola con naturalezza fra ballad strapiene di dolcezza (“Records”, “I’ve Been”), nelle quali sono spesso i focolai domestici a caratterizzare i testi (”Homes”, “Apartments”).
Il tema predominante è quello del distacco, della perdita, con nostalgia e malinconia che si rincorrono, generando un dream-pop venato di folk, dall’andamento cinematico, non privo di qualche zampata ritmica a conferire dinamicità all’insieme. Un debutto promettente. Prendete nota.
20/06/2018