Già membro delle band Areknamés e Insider, Piero Ranalli giunge al suo sesto Lp targato Unimother 27 con l’approccio psych-space-kraut che lo ha sempre contraddistinto. Un viaggio tra assoli hendrixiani, viaggi spaziali-lisergici alla Ash Ra Tempel, atmosfere da raga indiano, reminiscenze floydiane fino a più moderne ripetizioni ossessive in stile massimalista. Quello che rende particolarmente originale il nuovo “AcidoXodicA” è l’abbandono della batteria per un uso costante delle percussioni sulle quali si inseriscono uno dopo l’altro - alternativamente - basso, chitarra e sintetizzatore (tutti suonati da Piero Ranalli).
Momenti iper-lisergici si affiancano ad altri con percussioni in un connubio sempre interessante tra Jimi Hendrix e tribalismi alla Cromagnon. Ma è il viaggio la vera meta di Ranalli, sia esso nella mente o nello spazio; “Allunare era nulla” - con un inizio cosmico alla Tangerine Dream e un'intro di chitarra che ci trasportano in un intermezzo di ripetizione continua in stile Glenn Branca per poi tornare alla più classica chitarra acida - è una perfetta sintesi delle idee di Ranalli.
“A valle tra masse essa martellava” è il momento più floydiano dell’album, in particolare i Pink Floyd di “A Saucerful Of Secrets”. “Ossesso” e la dilatata "Opporti a me non è mai troppo" sono altri momenti di altissimo livello, dove l’impressione è quella di Jimi Hendrix che suoni in una danza tribale in Africa. La breve “E' corta e atroce” contiene ancora gli elementi forti di Ranalli, ma caricati di una maggiore forza e potenza.
Colpiscono la tecnica e la passione di un musicista capace di emozionare partendo da uno dei pilastri della tradizione rock, riuscendo a evitare l'eccessiva calligraficità grazie all'arricchimento con elementi personali che rappresentano la vera forza di "AcidoXodica".
(15/02/2018)