In qualche modo rimaneggiati nella formazione, dall’indole aperta e ricombinante e dunque centrati più che mai sull’ideatore, leader e frontman Nicola “Voiture Tempo” Stefanato, nonché compattati in una forma-canzone di reazione alle jam lunghe e acide del predecessore e secondo “Romancitysm” (2014), i veneti Universal Sex Arena ripropongono una veste appena più melodica ma non meno peperina in “Abdita”.
Il passatismo che ha sempre marchiato a fuoco il progetto è sempre presente. Anzi, è sfoderato tatticamente per tirare avanti nei momenti critici, in senso altamente ballabile: una “Like Home” ricalca la “I Need A Hero” di Tyler/Steinman, una “Easy Beast” a mo’ di “Paint It Black”, una “In Palermo You Can’t Jave Me” a metà via tra la “You Really Got Me” dei Kinks e un affondo orientalista alla Paul Butterfield, fino a sfoderare il loro numero finora più pop e rilassato, “Meridiem”.
D’altra parte, creazioni più astruse come “Secret People” (tiratissima, convoluta e acrobatica, ricolma di colpi ad effetto e trovate etniche) e “Alongshore The River” (incubo breve di voci distorte e ricorrenti, tuoni e percussioni) non solo non evitano ma proprio adottano l’effetto frullatore. In “One Three”, fustigata da vocali alte e gridate alla Bjork, debordano nella contraddizione, delle marimbe più sinfoniche che esotiche, ma spettacolare è il flamenco a spron battuto di “Momentum”. Parimenti significativo dell’area del disco più orientata a Stefanato è “Radical Leather”, soul urbano volutamente lasciato antiquato, ma stregato da stridori, trilli horror e un refrain alla Moloko.
Ancora un altro concept, stavolta postmoderno e retro-futuribile sull’Italia del Meridione. Limiti e difetti non sono proprio pochi, suoni spesso bruttini (specie proprio i synth insistiti dello stesso Stefanato), una pronuncia inglese da asma più che eros, un’andatura da Mars Volta minori, una confusione latente e un missaggio che poteva armonizzare anziché sparare i volumi. Eppure non offuscano il succo, una botta e un fervore ritmico - splendidamente ottenuti da improvvisazioni collettive e aumentati da Luca Ferraris, Verdena, che qui produce autentici gioiellini hardcore-samba - genuinamente forsennati. Altri ospiti: Elli De Mon, Maurizio Baggio, Alberto Piccolo. “Abdita” (latino): celata, arcana. Uscita internazionale a cura di Kowloon Records.
(08/03/2018)