Venice May: proprio come le composizioni dell'ex-
Red Hot Chili Peppers John Frusciante, chitarrista molto amato dalla band. Il nucleo della formazione nasce a Parigi nel 2013, dall'incontro tra la cantante e pianista di origini ucraine Natalia Samofalova e il chitarrista Vincent Bedfert, a cui si aggiungeranno Jérémie alla batteria e Sly al basso.
La musica dei Venice May è affascinante e oscura: l'esordio "Illusion Is Inevitable" al primo ascolto colpisce per il perfetto equilibro degli elementi in gioco e dei vari registri. Appena sembra ci si possa adagiare nei melodici e atmosferici passaggi post-rock arrivano i colpi di taglio metal. Tutto ciò rende inutile il gioco di rimandi e paragoni con i nomi più blasonati - c'è chi li accosta agli
A Perfect Circle, chi a
Sigur Rós - ed è un bene, poiché la band si presenta in tutta la sua originalità stilistica, forgiata dal lavoro lungo più di due anni che ha portato a galla i brani.
La voce di Natalia Samofalova alterna situazioni sussurrate a passaggi al confine con la lirica: stesso discorso per i giochi di chitarra, in bilico costante tra calma e violenza. Un intreccio di accordi e assoli che è la linfa di "Illusion Is Inevitable". Il refrain di "A Mouse And A Snake" e la potente "Only I Will Remain" sono un perfetto biglietto da visita, a cui succede il trascinante primo singolo con annesso videoclip di "Hiding Place".
Seguono altri dieci brani dove si spazia in maniera coerente e coesa da scorci più heavy - la tesa e possente "The Nerve" - alle soffuse lande di "Thinning Ice". Il minutaggio elevato non deve spaventare: il livello dei brani riesce sempre ad accompagnare l'ascoltatore negli scenari immaginifici anticipati dalla copertina.
"Illusion Is Inevitable" è un esordio pieno di spunti interessanti, con un suono e una identità forti e ben delineati. Una nuova realtà da tenere d'occhio. L'illusione è inevitabile: anche l'ottimismo.
04/02/2019