Amy O

Shell

2019 (Winspear)
pop, folk

Artista indie decisamente fuori tempo massimo, Amy Oelsner: avventuratosi nel mondo della musica pop-rock prima come solista, quindi leader di una band i cui membri più fedeli restano Justin e Nathan Wollmar, per il nuovo album “Shell” l’artista accoglie nella formazione Jon Meador, proveniente dalla band folk-rock Saintseneca.

I cinque progetti concettualmente legati ai mesi dell’anno (“Songs From January”, “Songs From July”, Songs From April”, Songs From October”) registrati tra il 2012 e il 2013 hanno spianato la strada all’artista di Bloomington, che con l’album “Estatic” e il curioso mix di atmosfere anni 50 e 90 ha incuriosito non poco la critica. Peccato che la prova del nove più che confermare le poche buone intuizioni del precedente album ne rinnova la vacuità, con canzoni che mirano a smuovere le torbide acque liriche e con una grinta posticcia che raramente colpisce nel segno.

E’ un disco carino, “Shell”, con quelle movenze indie-pop (“Planet Blue”, “Shell”) che sono ormai talmente familiari da suonare mainstream, nonostante i vari tentativi di depistaggio armonico che solo in pochi casi trovano una loro definitiva dignità (“Later On”). Amy Oelsner e la band sembrano sempre più affiatati e pronti a tentare nuove strade: la delicata e fantasiosa “Rest Stop” ne è fulgido esempio, con il suo mood finto-jazz-soul, e anche l’accenno funky di “Crushed” suona stuzzicante, ma la scrittura resta discontinua e priva di personalità.

Leggerezza e simpatia garantiranno agli Amy O la dose necessaria di fan per poter affrontare un tour e ritornare quanto prima in studio per un degno seguito di “Shell”, ma tutto questo ha il sapore solo di una piacevole routine.

06/11/2019

Tracklist

  1. Shell
  2. Synesthesia
  3. Good Routines
  4. Planet Blue
  5. Rest Stop
  6. Zero
  7. Blueberries
  8. Crushed
  9. Loose Cassette
  10. Shrinking
  11. Later On




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