BaBa ZuLa

Derin Derin

2019 (Glitterbeat)
alt-psych-world

Dietro lo sfaccettato e intrigante meltin’ pot sonoro della band di Instanbul, BaBa ZuLa, c’è anche lo zampino dell’ex-batterista dei Can, Jaki Liebezeit, che negli ultimi anni di vita ha spesso collaborato con i quattro musicisti turchi. “Derin Derin” segna il ritorno discografico a quattro anni di distanza di “34 Oto Sanayi” e a ben ventitré anni dalla fondazione della band.

Primo progetto per l’etichetta Glitterbeat, il disco nasce ancora una volta dall’interazione con il mondo delle immagini, essendo stato concepito come colonna sonora per un documentario sui falchi. Una sinergia, quella tra cinema e musica, che già in passato i BaBa ZuLa avevano suggellato con l’album “Dondurmam Gaymak”, nonché con l’esordio “Tabutta Rövaşata”. A far da supporto a una psichedelia dai contorni tribali, folk, jazz e world, c’è un insieme di strumenti elettronici e alcuni manufatti tradizionali, tra i quali spiccano il saz, uno strumento a corde turco, e l’oud, una specie di liuto tipico della cultura marocchina.

I quattro musicisti, Osman Murat Ertel, Mehmet Levent Akman, Periklis Tsoukalas e Umit Adakale, mettono in scena una musica avventurosa, stili e culture si fondono con linguaggi inediti che tengono conto di esperienze artistiche diverse, come il dub e il rock sperimentale (“Kurt Kapma”), o delle prime avvisaglie della psichedelia newyorkese (la velvet-iana “Kızıl Gözlüm”).
“Derin Derin” è un flusso continuo di intense e variegate composizioni, che superano il confine tra sperimentazione e tradizione con un’estetica sonora molto affine a certa musica kraut-rock, tra distorsioni e voci in loop che agitano le frammentazioni ritmiche orientaleggianti di “Port Pass”, mantra quasi affini a una trance dal fervore melodico accattivante ed estatico (“Kervan Yolda”), e incantesimi dall’eterea natura, dove echi di ambient music, dub e un battito ritmico improvviso si inseguono come in un sogno che assurge a incubo (“Transendance”).
In alcuni episodi il folclore turco è preminente, seppur contaminato da altre suggestioni world: la tribale “Haller Yollar” e l’urlo electro-folk di “Rüzgarın Akışı”. Quando elettronica e psichedelia prendono il sopravvento sembra quasi d’ascoltare una versione neo-folk dei Kraftwerk, come accade nella splendida melodia infarcita di elettronica e suoni grezzi dell’ipnotica e policroma “Salıncaksın”.

Il risultato finale è uno dei più eccitanti incroci sonori tra Oriente e Occidente, i BaBa ZuLa restano sobri ed essenziali nonostante l’enorme quantità di suggestioni messe in campo. “Derin Derin” non ha le caratteristiche di un tipico album world, a volte rimarca più certe intuizioni culturali-artistiche di dischi come “My Life In The Bush Of Ghosts” o “Passion”, ma con un occhio che non è quello dell’occidentale interessato ad altre culture, ma di chi, come i BaBa ZuLa, ne vive gioie e dolori quotidiane da protagonista.

22/11/2019

Tracklist

  1. Haller Yollar
  2. Şahin Iksiri
  3. Kızıl Gözlüm
  4. Rüzgarın Akışı
  5. Salıncaksın
  6. Kervan Yolda
  7. Port Pass
  8. Kosmogoni
  9. Kurt Kapma
  10. Transendance




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