Charlotte Cornfield

Sono di Carole King, Elton John e James Taylor le foto sul comodino di Charlotte Cornfield. Autori che la cantautrice canadese omaggia con un album maturo e coeso, registrato con tre membri dei Broken Social Scene, la partecipazione di Leif Vollebekk e la produzione di Shawn Everett.

“The Shape Of Your Name” è il terzo disco dell’artista, il cui curriculum è arricchito dalla presenza come batterista nell’album di Tim Darcy degli Ought.
A una sapiente scrittura Charlotte associa una meticolosa cura degli arrangiamenti e delle interpretazioni vocali, quasi a voler marcare un ambito stilistico più ambizioso di quello dell’ennesima folksinger.
Canzoni come “Andrew” hanno un respiro radiofonico che negli ultimi decenni solo Tori Amos e Fiona Apple avevano lambito con classe, prima di scavare nel profondo della loro arte interiore.
Tenerezza e malinconia sono altresì stemperate da un ottimismo che non sempre riesce a nascondere il carattere introspettivo (“Silver Civic”) e intimista dell’autrice (“Peonies”).

La tempesta di nuvole che agita le giornate assolate di Charlotte Cornfield sono ricche di vibranti emozioni pop (“Storm Clouds”), le stesse che tengono il tempo al piacevole inciso pianistico che regge “June”, o la lievemente beffarda “Balladeer”. E se per un attimo una chitarra elettrica prova a frantumare il  tono agrodolce di “The Shape Of Your Name”, non preoccupatevi: Cornfield è qui per ricordarci che anche l’apparente superficialità di molte pop song nasconde un’anima sofferente, ma che il mondo ha bisogno anche di speranze e illusioni.

13/01/2020