Deadbeat & Camara

Trinity Thirty

2019 (Constellation)
alt-songwriter, techno-dub

Per Scott Monteith era doveroso che si celebrasse il trentennale della pubblicazione di “Trinity Session” dei Cowboy Junkies. Un album che aveva segnato la sua formazione artistica, a dispetto del personale percorso musicale, ben lontano dalle suggestioni folk e invece caratterizzato da una costante attenzione alla techno, alla dub e all’elettronica sperimentale tedesca (il musicista vive ora a Berlino).

Dopo aver contattato la band, e aver verificato che non aveva intenzioni di festeggiare la ricorrenza, Scott è rientrato a Berlino, meditando su una rilettura in chiave elettronica delle soavi e ipnotiche atmosfere del celebre album.
Conosciuto sotto il moniker di Deadbeat, il produttore dub-techno e la cantante canadese Fatima Camara si sono avventurati nel non facile progetto, restando affascinati a tal punto dalle originali atmosfere country-folk-blues da rinunciare ad eccessive manipolazioni elettroniche, privilegiando il silenzio al rumore, o gli spazi cavernosi alle pulsanti sonorità di synth e drum machine.

Alla scelta dei Cowboy Junkies di registrare l’album in una chiesa con l’ausilio di un unico microfono, i due musicisti contrappongono una scelta parimenti essenziale e minimale. Solo che il tutto avviene con una serie di microfoni collocati in uno studio molto spazioso, catturando un'insolita atmosfera languida e rilassante, nello stesso tempo inquieta e sospesa. 
Il fascino ammaliante della voce di Margo Timmins è l’elemento che più di altri viene meno nella pur interessante e rispettosa reinterpretazione intitolata “Trinity Thirty”, un gap a cui Deadbeat e Camara sopperiscono abilmente con vibrazioni slowcore che in parte catturano l’essenza del progetto madre.

Quel che è rimasto intatto è il puro misticismo di “Trinity Session”, anche se le due tracce pubblicate in anteprima sul 12 pollici “Two From Trinity” hanno diffuso qualche perplessità tra i fan della band canadese, soprattutto per il tono etereo della voce di Camara.
Non spiccano il volo, infatti, le nuove versioni di “Misguided Angel” o “I’m So Lonesome I Could Cry”, mentre più suggestive e sofferte sono le diluizioni di “To Love Is To Bury”, “Working On A Building”, dove la trasfigurazione sonora di Deadbeat è molto efficace e seducente, ed è curioso come le rare incursioni vocali di Scott risultino spesso più interessanti di quelle di Fatima Camara.
Pur rispettando quasi del tutto la scaletta del cd originale, Deadbeat e Camara trasgrediscono la regole del tribute album accorpando due delle tracce, ovvero "I Don't Get It" e "Walking After Midnight", in un medley "I Don’t Get It After Midnight" che sintetizza le due anime del progetto: tradizione e innovazione.

Ed è nel tono riflessivo e poco enfatico che risiede il maggior pregio di “Trinity Thirty”, un album che difficilmente i fan dei Cowboy Junkies troveranno avvincente. Tenendo salda l'originale tensione emotiva grazie a un suono minimale e crepuscolare, e senza indugiare nel sentimentalismo, il duo mantiene comunque un decoroso rispetto per un disco difficilmente replicabile.

29/04/2019

Tracklist

  1. Mining For Gold
  2. Misguided Angel
  3. Blue Moon Revisited (Song For Elvis)
  4. I Don’t Get It After Midnight (Medley)
  5. I’m So Lonesome I Could Cry
  6. To Love Is To Bury
  7. Dreaming My Dreams With You
  8. 200 More Miles
  9. Working On A Building
  10. Postcard Blues
  11. Sweet Jane


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