Dido

Still On My Mind

2019 (BMG)
downtempo, folktronica, electropop

Nel panorama pop contemporaneo, prendersi tutto il tempo che si desidera per scrivere e registrare un album è un priviliegio concesso a pochi eletti, perlopiù reduci dei bei tempi che furono. Con una doppietta di album capaci di superare i trenta milioni di copie vendute, Dido Armstrong si è senza alcun dubbio conquistata il diritto di muoversi nei modi e con le tempistiche che meglio preferisce, senza lasciarsi scalfire dalle pressioni delle mode e del mercato. A sei anni di distanza da “Girl Who Got Away”, a venti esatti dall'iconico album di debutto “No Angel”, la cantautrice inglese ritorna in pista con la sua quinta raccolta di inediti, traghettando la sua distintiva combinazione di beat elettronici, melodie folk e cadenze hip-hop nel caotico universo pop di fine anni Dieci. È una mossa saggia, che le consente di dire la sua in un contesto verosimilmente volto verso altri lidi, dando la sua lettura della contemporaneità. Dopo un paio di dischi finiti ben presto nel dimenticatoio, “Still On My Mind” rivela in definitiva una nuova confidenza.

Serena, pacificata, venuta a capo di tormenti e ansie, la Dido del 2019 è una donna senza particolari grilli per la testa, che parla di amore, rapporti umani e maternità da una prospettiva rilassata, finanche comoda, a giudicare dal contesto domestico con cui è stato realizzato il disco. Scritto e prodotto in compagnia del fratello Rollo (fondatore degli storici Faithless), il progetto riflette con fedeltà lo stato emotivo della sua firmataria, la calma che ne ispira la creatività, che regna sovrana anche nei momenti di (presumibile) tensione.
È una scelta comprensibile, figlia di grande consapevolezza e maturità, ma che talvolta sacrifica il coinvolgimento e l'immedesimazione, disperdendo il potenziale produttivo e l'intensità lirica. Se il singolo “Hurricanes” funziona in virtù di un'inesorabile progressione electro e decisi contributi interpretativi, i tanti momenti in cui la produzione alza il tono e il ritmo lambisce i territori della house si stemperano in un nulla di fatto, privandosi di melodie davvero incisive e del carisma necessario.

Per quanto il sound non si vergogni a giocare con i rullanti della trap (opportunamente addolciti nella title track) o i costrutti della dancehall (la frizzantezza di “Mad Love”), Dido dà il meglio di sé quando riesce a far combaciare l'umore espressivo alle scelte di arrangiamento, esaltando così la propria serafica compostezza. I paradigmi folktronici in area Beth Orton di “Some Kind Of Love”, la leggiadria pianistica di “Walking By” e la chiusura a mo' di preghiera ambient-pop di “Have To Stay”, oltre a fungere da veicolo a un mezzo soprano che non ha affatto perso lo smalto, svelano una penna che funziona al meglio con determinati abiti sonori. Si apprezza insomma l'eclettismo e il desiderio di non scommettere su una formula consolidata, è una transizione, però, che ha bisogno di maggiore cattiveria per funzionare davvero. Chissà se tra qualche anno l'autrice avrà voglia di svelare qualche artiglio in più.

20/03/2019

Tracklist

  1. Hurricanes
  2. Give You Up
  3. Hell After This
  4. You Don't Need A God
  5. Take You Home
  6. Some Kind Of Love
  7. Still On My Mind
  8. Mad Love
  9. Walking By
  10. Friends
  11. Chances
  12. Have To Stay




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