Die Liga Der Gewöhnlichen Gentlemen

Fuck Dance, Let's Art

2019 (Tapete)
pop
6.5

La prolificità di Carsten Friedrichs è inarrestabile ed è palese da tempo. “Fuck Dance, Let’s Art” è infatti il quinto full-length pubblicato a nome della sua Liga der Gewöhnlichen Gentlemen, formata nel 2012 in seguito alla dissoluzione dei Superpunk. Ha invece dell’incredibile che, pur mantenendo questi ritmi, riesca a scrivere dischi così freschi.
Dall’ultimo album della Liga non c’è da aspettarsi alcuna rivoluzione copernicana: si tratta sempre della stessa miscela di pop, northern soul e pop-punk che i tedeschi ci propongono fin dal loro esordio, ma, talvolta, tale miscela risulta più esplosiva e divertente. Ed è questo uno di quei casi: 31 minuti – da anni ormai Friedrichs cerca di non superare la mezz'ora di durata – che non annoiano mai, perfetti per ballare e diffondere buon umore in una festa tra amici.

Il parziale cambio di formazione ha probabilmente contribuito al rinnovamento del sound del gruppo che, con qualche spunto in più di tastiera, ammicca in alcuni momenti più alla disco music dei 70 che al soul e al rock dei 60. E sono proprio i pezzi che seguono queste coordinate, situati nella prima metà del disco, a rivelarsi come i più riusciti: “Ein Leben in Rot mit purpurnen Blitzen”, “Wie ein Kronkorken auf dem weiten Meer” e l’ironica “Ich verlieb mich wieder in mich” sono immediati e ballabili e loro melodie sono tanto ruffiane quanto irresistibili. Estremamente trascinante è pure la title track, uno dei due strumentali dell’album, che con il suo inarrestabile accento in levare potrebbe essere stata rubata a una moderna brass band o a un complesso ska.

Nella seconda metà di “Fuck Dance, Let’s Art” un paio di canzoni (“der glückliche Spion”, “der kleine Matratzenmarkt”) si fanno più rockeggianti, si lanciano in assolo rock and roll e strizzano l’occhio agli Eels più recenti – o almeno alla loro ultima veste live, diretta e divertita. Meritevole è pure la vagamente autobiografica traccia conclusiva “Hässlich und faul, Musik und HSV”, che fonde in maniera riuscitissima pop e northern soul e contiene l’immancabile riferimento al calcio tedesco (l’Hsv è la squadra di Amburgo).

Nonostante non tutti i brani siano memorabili – i pezzi più classici (“der letzte große Bohemien”, “Frustration”) non riescono a lasciare davvero il segno e il secondo strumentale (“Escape From Martinique”) è un po’ superfluo – “Fuck Dance, Let’s Art” conferma lo stato di forma del gruppo e si dimostra un ritorno solido e snello, in grado, una volta terminato l’ascolto, di farti venire voglia di schiacciare nuovamente play e di ricominciare a ballare. E noi, col sopraggiungere del freddo autunnale, non possiamo che ringraziare Carsten Friedrichs e la sua Liga der Gewöhnlichen Gentlemen per averci regalato l’ennesimo buon disco per scatenarci sulla pista e scaldarci.

04/12/2019

Tracklist

  1. Der letzte große Bohemien
  2. Ein Leben in Rot mit purpurnen Blitzen
  3. Frustration
  4. Wie ein Kronkorken auf dem weiten Meer
  5. Ich verlieb mich wieder in mich
  6. Fuck Dance, Let’s Art!
  7. Der glückliche Spion
  8. Der kleine Matratzenmarkt
  9. Escape From Martinique
  10. Links, rechts, geradeaus
  11. Hässlich und faul, Musik und der HSV

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