“Antipode” è l’importante ritorno della formazione tedesca Impavida, ora sotto l’egida della Ván Records. Il loro disco precedente, “Eerie Sceneries”, risaliva al 2008 ed era un piccolo gioiello nel campo dell’atmospheric depressive-black metal, capace di far propria la lezione del Burzum di “Hvis Lyset Tar Oss” e dei primi Shining, la band svedese di Niklas Kvarforth.
In origine Impavida era formata da E. aka God Killing Himself (voce, basso e chitarra) e Herbst (batteria). Dopo l’uscita di quest’ultimo, nel 2018 è entrato in campo il cantante conosciuto come He, Who Walketh the Void, lasciando quindi E. a occuparsi della registrazione delle parti strumentali di “Antipode”.
Il nuovo lavoro mostra una rinnovata capacità nel creare atmosfere evanescenti e cadaveriche, capaci di guardare ai maestri del genere (pensiamo soprattutto a Xasthur, oltre a Forgotten Woods). La lunga traccia iniziale “Demons’ Eerie Flutes Accompany The Decay Of Corpse Defiled” mette subito le cose in chiaro attraverso sedici minuti ipnotici e dissonanti, tra sfuriate black metal e notturni passaggi atmosferici accompagnati dallo scream malato di He. La componente depressive emerge soprattutto nel cantato, ma quello che colpisce è la maturità di un songwriting intenso e personale, capace di evocare un viaggio oscuro tra le nebbie teutoniche, il tutto senza cali di tensione.
La seconda traccia “Corpse Devourer” mostra il lato più dissonante e cacofonico dei nuovi Impavida, chiudendo così la prima parte del lavoro con un brano che sfuma in un necrotico finale. “The First Flame Initiates The Cleansing Of Putrid Terrestrial Spirits” è il lungo titolo dell’altrettanto lunga composizione (quasi diciassette minuti) che troviamo nella seconda parte dell’album. Qui, tra passaggi midtempo, emerge la componente più melanconica ed emotivamente malata che monta progressiva e inesorabile, rallentando la corsa verso la metà per poi lanciarsi di nuovo verso la catarsi finale.
“Towards The Pyre” chiude il tutto con i toni più puliti della chitarra: un’immersione in territori che rasentano il black ambient più fosco e senza speranza.
“Antipode” riesce nell’intento di coniugare intensità emotiva e atmosfera. È un valido ritorno di una band rinata dalle proprie ceneri, un lavoro consigliato a tutti gli appassionati del genere Dbm e del black atmosferico. Anche il precedente “Eerie Sceneries”, forse più aspro, diretto e vicino a un suono alla Burzum, è stato ristampato quest'anno, per la prima volta in vinile, dalla Ván e merita senz'altro un (ri)ascolto.
(29/08/2019)