Con il precedente album "La Onda De Juan Pablo", Wauters ha raccontato con disincanto e compartecipazione la realtà proletaria dell'America Latina tramite una serie di graziosi bozzetti folk-pop. Un album cantato completamente in spagnolo, ricco di interessanti divagazioni folk-latine che meritava forse qualche attenzione in più da parte di critica e pubblico.
"Introducing Juan Pablo" raccoglie le registrazioni effettuate dal musicista nel periodo che è intercorso tra "Who Me?" e "La Onda De Juan Pablo", ed è un gradevole e disordinato diario in musica, tra dialoghi e field recording che aggiungono altre interessanti sfumature al pop lo-fi del musicista.
Toronto, Londra, Parigi e Montevideo sono i luoghi dove sono germogliati questi frammenti e memorie in musica di Wauters, tra brevi interludi che giocano ora con la musica classica ("Bolero"), ora con atmosfere bucoliche ("Mountain") o con dialoghi catturati in corso d'opera ("Jaime Tortuga", "Super Talking").
Una strumentazione ridotta al minimo con strumenti giocattolo ("Doing Alright", "El Hombre De La Calle"), sovraincisioni vocali che rincorrono la magia dei Beach Boys ("Letter"), esotismi naif ("Dos", "What You Gonna Do?") e citazioni sparse senza alcun filo logico (il rimando alle prime note di "Bohemian Rhapsody" in coda a "Mystery").
Questo è l'universo sonoro di Juan Wauters, un perfetto patchwork della frettolosa e onnivora fruizione sonora dei nostri tempi. Un album a suo modo stimolante e ingegnoso.
(12/03/2020)