Kim Petras

Turn Off The Light

2019 (BunHead)
electropop, synth-wave, electro-dance

Halloween quest'anno può essere già passato, ma questo non significa che si debba per forza smettere di ascoltare dischi a tema, una volta che è passato il primo di novembre, specie se hanno la trasversalità pop e la competenza produttiva di "Turn Off The Light". Secondo album nel 2019 per la chiacchierata e controversa popstar tedesca (ormai però da anni in pianta stabile negli Stati Uniti), il disco costituisce l'espansione dell'omonimo progetto diffuso come Ep l'anno scorso, in cui Kim Petras già esplicitava la sua passione per i temi dell'orrore e per le atmosfere sinistre proprie della ricorrenza di fine ottobre, attraverso una riconversione di un'estetica electro/synth in precedenza ben più piana e amichevole.

Equamente diviso tra brani cantati e motivi strumentali, il disco, coordinato e co-prodotto da Dr. Luke (fatto che continua a scatenare non poche polemiche), è un viaggio, divertito e ombroso allo stesso tempo, nei solchi della festività più tenebrosa dell'anno, con l'interprete a simulare l'eroina di un film horror ricoprendo con convinzione la parte. Oltre le forme annacquate di molti dei suoi brani, finalmente arriva un progetto che rimette in carreggiata un nome spendibile in platee ben più ampie.

Petras è senz'altro una cantante dotata di un timbro apprezzabile e di un notevole fiuto per l'uncino assassino, l'insieme però procede al meglio soltanto quando si avvale di una produzione che sappia essere funzionante, che vada oltre i riferimenti di cambio millennio, da sempre fondanti nello stile della popstar. In questo senso, i rimandi all'attuale stagione synth-wave, alla strategia della tensione del maestro John Carpenter e alle derive oscure del french-touch (Gesaffelstein e gli ultimi Justice in primis) sono un complemento di prima scelta allo snello melodismo dell'autrice, che elabora alcuni tra i suoi migliori brani di sempre.
Dall'enfasi macabra di "There Will Be Blood" al tremolante dark-synth della title track (che sa come capitalizzare il contributo di Elvira) il pop dell'autrice non è mai risultato così sexy e conturbante allo stesso tempo, rivelando una tridimensionalità espressiva finora nascosta nelle retrovie.

È un vero peccato, però, che pretestuose concessioni alla trap più ordinaria ("Death By Sex") e strumentali troppo lunghi per giustificarne la durata (la pur interessante conversione in chiave electro-goth dei Daft Punk di "TRANSylvania" e "Bloody Valentine") inficino la progressione di un album che con un pizzico di senso della misura in più avrebbe davvero portato a casa un eccellente risultato.
Rimane di certo l'impressione di un concept studiato con ottima cura e di un'attenzione estetica che esalta i momenti più felici, anche così però resta la sensazione di un'occasione non sfruttata al massimo della potenzialità. La strada è quella giusta, per "rivaleggiare" però con i quadretti edgy di una Billie Eilish ci vuole una marcia in più; per voler spaventare, adesso ci si ferma soltanto a qualche brividino.

27/11/2019

Tracklist

  1. Purgatory
  2. There Will Be Blood
  3. Bloody Valentine
  4. Wrong Turn
  5. Demons
  6. Massacre
  7. Knives
  8. Death By Sex
  9. o m e n
  10. Close Your Eyes
  11. TRANSylvania
  12. Turn Off The Light (ft. Elvira, Mistress Of The Dark)
  13. Tell Me It's A Nightmare
  14. I Don't Wanna Die...
  15. In The Next Life
  16. Boo! Bitch!
  17. Everybody Dies

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