Led Bib

It's Morning

2019 (Rarenoise)
prog-jazz, rock

La scena new jazz inglese è molto ricca e variegata: non ci sono solo le esaltanti esternazioni soul-psichedeliche degli Heliocentrics, quelle infuocate dei Sons Of Kemet, o le modalità più spirituali messe in campo dai Maisha, c'è una scena rock-jazz che avanza in maniera più sotterranea, ambigua. In quest'area turbolenta e vivace ci sono i Led Bib. "It's Moning" è il secondo disco della formazione per l'etichetta Rare Noise, alla quale la band è approdata dopo una lunga carriera in casa Cuneiform. L'album presenta molte novità, in primis la presenza della cantante Sharron Fortnam (North Sea Radio Orchestra, Cardiacs), nonché moglie di Graig Fortnam (leader dell'appena citata N.S.R.O. ed artefice del progetto Arch Garrison). 

Considerato uno dei tastieristi più geniali della nuova scena jazz, Elliot Galvin subentra temporaneamente a Toby McLaren (per motivi non resi noti), completando così una formazione inedita per i Led Bib. Alla modifica strutturale della scrittura concorre non solo la presenza di queste new entry, ma anche l'apporto in sede di composizione di Sharron e di Jack Hues (ex-voce dei Wang Chung). 

Stravagante, contraddittorio, complesso, eccentrico, "It's Morning" è un disco dall'assordante bellezza, un progetto che il leader e batterista Mark Holub dichiara essere ispirato dallo spirito pioneristico di gruppi come Pink Floyd e Grateful Dead. I Led Bib però trascurano gli elementi più piacioni, sviscerando la natura più inquieta del rock psichedelico, prediligendo tonalità dissonanti e a volte cacofoniche. Avventuroso, tortuoso il settimo disco della band inglese offre malinconici urban landscape incorniciati in una struttura canzone alla Robert Wyatt ("To Dry In The Rain"), lasciando nelle dita di Elliot Galvin l'improbabile evoluzione minimale della successiva "O", che l'interpretazione della Fortnam spinge verso la teatralità avantgarde di Laurie Anderson.

È in verità già chiaro dalle prime note di "Atom Story" che in questa nuova avventura i Led Bib siano vicini a una svolta stilistica: l'irruenza e le più rigide trame jazz-rock del passato sono sempre più lontane. Il groove di "Stratford East" viene travolto dal timbro dolente del violino, ed è sempre Mark Holub con le sue percussioni e i suoi ritmi il protagonista della lunga "Fold", undici minuti scanditi da organo, synth, piano, basso elettrico, e due sax che, come nella fase conclusiva di "Tubular Bells part I", intonano una melodia-non-melodia che fa da tappeto a divagazioni prog-psych-jazz, turbate da ritmiche destrutturate e accenni free-jazz che hanno il profumo dell'astrazione cosmica.

La ciclicità armonica-ritmica a-là Steve Reich di "Cutting Room Floor" si satura di magia grazie al recitato vocale di Jack Hues, anticipando le grazie di "Flood Warning" appena stemperate dall'ineffabile Holub, che abbandona il campo lasciando alle voci di Jack e Sharron l'ascetica pagina finale di un minuto e ventotto secondi ("Set Sail"): un folk minimale e notturno che chiude con eleganza un disco di rara intensità e grande fascino.
 

25/03/2020

Tracklist

  1. Atom Story
  2. Stratford East
  3. It's Morning
  4. Fold
  5. Cutting Room Floor
  6. To Dry in the Rain
  7. O
  8. Flood Warning
  9. Set Sail 


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