Le intenzioni della band sono comunque evidenti e limpide, ovvero rivestire un canzoniere tipicamente elettro-pop con velleità avant-pop e testi flebilmente poetici. Le influenze e i riferimenti sopracitati, spesso ricorrenti nelle recensioni di “No Intention Of Changing The World”, sono però frutto più di un’abile strategia di marketing, che di una reale caratura artistica. Il trio formato dal cantante Niklas Pichler, dal batterista Patrick Pillichshammer e dal bassista e tastierista Lukas Staudinger ha senz’altro delle potenzialità. Lo stile mai enfatico o sopra le righe del loro album d’esordio è piacevole, pur restando poco originale, ma ha ben poco per soddisfare le premesse sopra esposte.
Solo l’elegante sintesi di leggerezza ed eleganza in chiave elettro-pop del singolo “Winter II” e il minimalismo cristallino e raffinato di “From Beginning” riescono a catturare l’attenzione; mentre il romanticismo zuccherino della title track e la più ambiziosa “The Key”, con tanto di sax e fiati, si guadagnano il titolo di perfette incompiute.
Il resto soccombe agli inevitabili paragoni e richiami artistici di gruppi ben più dotati, e al tono derivativo si aggiungono una serie di inutili contaminazioni: il riff rock di “Get Me Anywhere”, il tenue ritmo funky di “Nsfl”, e il jazz/hip-hop di “Metaphor”, che fungono da specchietto per le allodole per un pubblico assetato di esotismi e novità a tutti i costi.
Le ambizioni di “No Intention Of Changing The World” sono probabilmente tutte racchiuse nel titolo. Ora i Lex Audrey dovranno lavorare duro per tenere salda la lieve attenzione sollevata dal loro album d’esordio, ma non basterà appellarsi alle dichiarate influenze per avere il nostro beneplacito.
(12/04/2019)