La prima parte della raccolta è decisamente quella più riuscita. Alla tradizionale "The Secret Of Christmas" spetta il compito di introdurre l'ascoltatore nella rilassata e famigliare atmosfera dell'opera, mentre "Hard Candy Christmas" e "Snowqueen Of Texas", rispettivamente cover di brani di Dolly Parton e di The Mamas & the Papas, rivelano l'acume della cantautrice nella scelta delle canzoni poi reinterpretate. Entrambe nelle mani della Burch e della sua band brillano con una veste nuova, classica e moderna al tempo stesso.
L'apice del disco è probabilmente il brano autografo "Holiday Dreaming", a cavallo tra indie-pop e Americana, che ricorda nel ritornello l'ultima Cate le Bon ed è caratterizzato da una pregevole profondità del suono e da delicati fraseggi chitarristici che incorniciano dolcemente la voce della cantante.
L'ispirazione, purtroppo, inizia però a scemare già a partire dalla quinta traccia. È infatti abbastanza deludente la cover del classico "Last Christmas" degli Wham, in collaborazione con gli attori e comici John Early e Kate Berlant, che potrà anche strappare un sorriso iniziale, ma che al secondo ascolto fa rimpiangere l'originale. La tradizionale e vagamente jazzata "I'll Be Home For Christmas" e il duetto con Jesse Woods in "The Coldest Night Of The Year" scivolano via abbastanza innocui e senza sussulti fino alla tristemente nostalgica "What Do The Lonely Do At Christmas", capace di catturare nuovamente l'attenzione grazie a un prezioso lavoro di arrangiamento e alla voce incantevole di Molly. Prima del conclusivo traditional scozzese "Auld Lang Syne", la texana si cimenta anche nella cover di "Happy New Year" degli ABBA che, pur non discostandosi molto dall'originale, regala un'altra ottima performance vocale.
Con "The Molly Burch Christmas Album" la cantautrice americana decide di ascriversi nell'annosa tradizione delle chanteuse pop che si sono cimentate nella reinterpretazione di classici natalizi e dimostra di possedere non solo una grande voce, ma anche una forte personalità e di essere così in grado di appropriarsi di un vasto repertorio altrui e renderlo proprio senza difficoltà alcuna.
Quello che ora ci si chiede è se Molly Burch riuscirà a trasportare le sue innegabili doti, emerse finanche in un'opera tutto sommato interlocutoria, nella prossima raccolta di inediti, segnando, finalmente, un definitivo centro.
(13/12/2019)