Nits

Knot

2019 (Werf)
progressive, pop, post-rock

Un giorno qualcuno troverà il tempo per raccontarci la favola di un gruppo olandese (scusate se li chiamo ancora olandesi) dal nome breve quanto memorabile: Nits. Per molti Henk Hofstede, Alex Roelofs, Michiel Peters e Rob Kloet erano solo i membri dell’ennesima band out of England che inseguiva il sogno di diventare i nuovi Beatles. Svegli ed esperti, furono coloro che in quel primo capitolo targato 1978 riuscirono a separare le suggestioni pop dalle atmosfere melodiche e brumose, che di li a poco avrebbero modificato il percorso creativo della band.

L’eco del successo cult del singolo “Tutti ragazzi” giunse perfino alla Columbia, che scritturò senza indugi i giovani olandesi, senza immaginare che la sapiente mano del produttore e tastierista Robert Jan Stips, più che diradare la nebbia, aspirava a confondere ancor di più le acque, simulando prima tentazioni pop-punk (“Tent”), per poi spostare l’asse creativo verso un barocco art-pop che metteva insieme le ambizioni del progressive-rock, le innovazioni dell’elettronica dei Kraftwerk e le ansie della generazione post-punk (“Adieu, Sweet Bahnhof”).

Il dado era tratto, la band olandese aveva modificato il proprio assetto, psichedelia, avantgarde, chamber-pop alla Xtc, minimalismo e post-rock, erano ora le nuove coordinate di un gruppo capace di mettere in fila quattro meraviglie (“Giant Normal Dwarf”, 1990; “Ting”, 1992; “dA dA dA”, 1994; “Alankomaat”, 1998), destinate a un successo di nicchia o circoscritto alla madre patria. Tutti gli album pubblicati successivamente nel nuovo millennio (ben otto) hanno tenuto fede alle promesse, senza però ripetere i fasti di quel magico quartetto, almeno fino a quando Henk Hofstede non ha giocato la carta più rischiosa, ovvero affidare all’improvvisazione la genesi di “Knot”.

Registrate nel loro studio Werf ad Amsterdam (con la formazione ridotta ormai a un trio: Henk Hofstede, Rob Kloet e Robert Jan Stips ), le undici tracce dell’album numero ventisette dei Nits sono undici tappe di un viaggio senza fine e senza meta, un flusso sonoro ardimentoso e poetico che non ha eguali. “Knot” conferma la volontà della band di restare fuori dalla prevedibilità del formato-canzone: sono più simili a delle sculture, le nuove composizioni dei Nits, visceralmente romantiche come un disco di Marvin Gaye (“Ultramarine”) e profonde come una confessione di Mark Hollis (“The Delta Works”).

Guai a perdersi in questi labirinti sonori senza avere avuto in dono un filo rosso, non ci sono appigli emotivi ai quali aggrapparsi, l’unica certezza è quell’inconfondibile e algido tocco che da sempre accompagna le creazioni della band. Generare emozioni profonde e travolgenti con minime e semiminime è arte per pochi, non so se i Nits abbiano affrontato “Knot” con un bagaglio tecnico così ardimentoso, ma il risultato è altrettanto dotto e sapiente (“Dead Rat Ball”), quelle ipnotiche danze che i Pink Floyd lasciavano a mezz’aria (“The Garden Centre”), o quelle enigmatiche e oscure sonorità elettroniche alle quali David Sylvian donava calore e colore (“The Blue Car”) ora sono materia grigia sulla quale sperimentare l’impossibile (“The Electric Pond”) o raccontare pagine personali e dolorose (la perdita della madre di Henk in “The Concrete House”).

In “Knot” l’immobilità diviene movimento, l’inganno è la stessa realtà, è una giostra di suoni dove la bellezza incontra passato, presente e futuro (“Music Box With Ballerina”). Per gli olandesi è giunto il momento di elevarsi oltre la coltre di nebbia, ed è ciò che avviene con questo capolavoro di sintesi e prospettive future; un album che toglie il respiro e come per magia lo fa utilizzando ancora una volta solo quattro lettere, dopo “Tent”, “Work”, “Kilo”, “Henk”, “Ting”, “Wool”, i Nits (quattro lettere) con “Knot” riannodano i fili di una carriera ultraquarantennale che merita di essere apprezzata da un numero di ascoltatori sempre più ampio.

08/01/2020

Tracklist

  1. Ultramarine
  2. The Delta Works
  3. The Concrete House
  4. The Garden Centre
  5. The Blue Car
  6. Machine Machine
  7. Dead Rat Ball
  8. The Electric Pond
  9. Une Petite Allumette
  10. Music Box With Ballerina
  11. (Un)Happy Hologram

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