Simone White

Letter To The Last Generation

2019 (Self-released)
chamber-folk

“Cosa diresti a un bambino nato cent’anni da ora? Come spiegheresti quello che stiamo facendo?”. Non ci sono facili isterismi, o generiche arrabbiature, in questa semplice, penetrante riflessione che dà vita a “Letter To The Last Generation”, ma un quesito interiore, silenzioso, che travalica anche la scottante attualità del tema ambientale e riecheggia così, a suo modo, nella coscienza di qualsiasi ascoltatore.
Forse è anche l’importanza del tema che ispira il disco a conferirgli un’aria classica, molto lontana dalla moda espressiva contemporanea, pur senza piegarsi al consueto quadro bucolico folk.

“Letter To The Last Generation” esprime anche nello stile il suo carattere umbratile (“Rain”), prendendo dal cantautorato Mitchell-iano classico così come dalle esperienze più sognanti degli anni 80, con anche qualche lievissimo accenno sintetico. Più in generale, è la profondità degli arrangiamenti a nobilitare il disco, trasformando in una sorta di trance telepatica un brano come “Little Heaven Little Blue”, bizzarro esperimento alt-country; o dando un’impressione di trip-hop nel richiamo al folk inglese della spettrale “Harvest”. Ottimo anche il contributo dell’inconfondibile “pizzicato” di Andrew Bird in “Tiny Drop”.
Tutto il disco si contrappone, così, al manifesto della title track (che sembra un brano di “Who Needs Who” dei Dark Dark Dark), sorta di mesta ed esplicita testimonianza dello stato irreversibile delle cose (“By the time you find this/ It will be too late/ Why did we wait?/ All the signs were there/ We simply did not care”), una specie di parallelo rassegnato ed elegiaco di tutte le canzoni fatte “per l’umanità” nei decenni passati.

L’estremo intimismo di molti degli altri brani (“Shadow Pass”), che però si riflette in un comune sentire universale (“So It Goes”), è ciò che permette di inquadrare “Letter To The Last Generation” e di comprendere la profondità delle canzoni del disco, la loro capacità di toccare l’ascoltatore.
Rispetto ai comunque eccellenti lavori precedenti di Simone White, il disco offre la prospettiva più grave e anche tagliente (“This Is All You Felt”), cosa che ben si sposa con lo stile di scrittura elaborato e pensieroso. In questo rappresenta un’evoluzione significativa del percorso artistico e il lavoro più ipnotico della cantautrice americana.

03/11/2019

Tracklist

  1. This Is All You Felt
  2. Letter To The Last Generation
  3. Little Heaven Little Blue
  4. So It Goes
  5. Genuine Fake
  6. Harvest
  7. Tiny Drop
  8. Rain
  9. Shadow Pass
  10. Letter To The Last Generation (demo)

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