Sono in tanti a renderle omaggio, nonostante la giovanissima età; tra i principali Fred Frith (Henry Cow, Art Bears), Lino Capra Vaccina (Aktuala, Telaio Magnetico), Paolo Tofani (Area), Daniel Lanois, John Greaves (Henry Cow, National Health), Paul Roland e Greg Lake (King Crimson, Elp) che ha contribuito poco prima della sua scomparsa nel brano "Boîte à Tisanes".
Non è facile trovare influenze artistiche nella musica di Barbazza, certamente i rimandi canterburiani sono ridotti al lumicino e il debito maggiore appare essere con gli artisti che hanno fatto della voce il loro strumento.
La voce-strumento, non estrema ai livelli di ricercatrici ai limiti come Maja S.K. Ratkje o Diamanda Galas, ma certamente affine a quel tipo di ricerca, seppur legato ancora a cenni melodici ben riconoscibili. Un viaggio intimo in cui Annie si mette a nudo, mostrando potenzialità inattese, intendendosi come potenzialità solo l'inizio di un percorso appena intrapreso che - se continuerà con la medesima tenacia - non potrà che portare a pagine ancor più sorprendenti. Dal canto del brano avant-folk di "Ys", uno dei più wyattiani, con un andamento simile alla leggendaria "Alifib", dove Annie suona l'harmonium, si passa a "June", brano senza collaboratori (Annie vi suona basso e chitarra), melodico e intenso, pur nel suo assoluto minimalismo. La voce qui rimanda a volte ai momenti più alti del canti di Olivia Chaney, ma avvolti in un contesto legato all'avanguardia. Le melodie pianistiche di "From Too Much Love Of Living" o di "How Beautiful You Are" (scritte da John Greaves), degne di due sonate classiche, fanno da contraltare a "Time", con Lino Capra Vaccina alle percussioni, brano legato al mondo del minimalismo mistico dell'autore milanese.
Dopo una breve e scarna ballata folk-blues ("Nebulae"), si giunge a "Wrote Myself A Letter" (scritta da Paul Roland), uno dei momenti vocali più intensi e quasi "religiosi", decisamente in territorio neoclassical. Il geniale Fred Frith collabora in "Lost At Sea", unico momento rabbioso e urlato, con la voce di Annie che scandaglia nuovi ambiti su un soundscape totalmente scarnificato.
"Phantoms", con un synth debitore della tradizione progressive, aggiunge cori malinconici e decadenti in stile Matt Elliott. Lino Capra Vaccina, insieme all'oboista Camillo Mozzoni, è protagonista assoluto in "Tide", due minuti esclusivamente strumentali che rimandano alla magia della Third Ear Band, mentre "Lotus Flower", con Paolo Tofani e Lino Vaccina, coniuga la voce di Annie con le atmosfere sfuggenti e orientali del duo in perla di equilibrio tra avanguardia e melodia.
"Boîte à Tisanes", prodotta da Greg Lake con Fred Frith alla chitarra, un'elegante ballata da songwriter alternativa, ricca di pathos e melodia, in cui non è semplice trovare riferimenti. "Les Ruines Du Sommeil", scelto come video, è un po' un punto d'incontro dei brani precedenti, un insieme di ricerca e melodia.
Considerato come un esordio, "Vive" è un punto di partenza per una carriera che parte con tante buone premesse. Ma la mia idea è che Annie Barbazza abbia potenzialità ancora superiori, che potranno manifestarsi in Lp ancora più compiuti.
(25/03/2020)