“How The Mighty Fall” è uno di quei dischi dall’enorme potenziale commerciale e invece completamente ignorato dai media e dal pubblico: musica potenzialmente di successo, non perché sia stata concepita a tavolino a tale scopo, ma per una solida sinergia tra scrittura, qualità degli arrangiamenti e interpretazioni vocali.
Le undici canzoni del nuovo album di Izo Fitzroy grondano di passione e talento: non è un caso che per la produzione del progetto siano scesi in campo Dimitri from Paris, Colin Elliott e Shawn Lee. A fare da collante è la grintosa voce di Izo Fitzroy, che tiene salda la qualità del variopinto insieme grazie a un controllo della potenza vocale.
Il destino della cantante inglese sembra essere per molti versi affine a quello di Julia Fordham, priva dell’aura magica esotica di Sade e del fascino maledetto e noir di Amy Winehouse, dunque destinata a restare un piacere per pochi eletti. Peccato, perché “How The Mighty Fall” è uno dei pochi album pop-soul che si fa ascoltare senza creare convulsioni e dubbi amletici.
Non c’è brano che non brilli per l’intelligenza degli arrangiamenti e per versatilità interpretativa: Fitzroy passa dall’acid-jazz di “Wolves In Disguise” al frizzante funk di “Slim Pickings“, fino al brio r&b di “Red Line”, senza alcuno sforzo. Si diletta con le grazie della musica disco-funky-soul nella trascinante “Blind Faith” e getta nella mischia un potenziale hit single planetario senza pretesa alcuna, regalandoci una delle più elettrizzanti canzoni pop della stagione: “I Want Magic”.
Estroverso senza suonare banale o superfluo, il secondo album della cantante londinese è ricco di canzoni dall’elevato tasso soul, arricchite da contaminazioni blues alla Amy Winehouse: la notturna “Ain't Here For Your Pleasure”, il soul scandito dai fiati di “Purify” e l’elegante ballata rhythm e blues/gospel “Liftin' Me”.
Anche i brani più romantici non perdono smalto e pathos: la ballata pianistica “Give Me A Moment” è infatti una delle pagine più eleganti del disco, mentre la magistrale “When The Wires Are Down” si evolve su coordinate rhythm & blues stile New Orleans evocando in un solo colpo Dr John e Randy Newman: un perfetto finale per un album che dona quel che promette, ovvero 45 minuti di pop-soul, che senza dubbio non cambieranno il corso della musica moderna, ma che per molti potranno rappresentare un ottimo guilty pleasure.
(11/01/2021)