“Odd West” è senza alcun dubbio uno dei dischi folk più strani e intriganti incontrati nel lungo cammino d’ascolti del 2020, un progetto per il quale il termine sperimentale non è un escamotage per dissimulare atipiche elaborazioni di folk e fingerpicking.
Un tempo Jason McMahon condivideva con Matthew Melan le avventurose divagazioni sperimentali e art-rock degli Skeletons, ricche di citazioni psichedeliche, jazz, art-pop, progressive e altri eclettismi, principi costituenti di molti album dalla musicalità dissonante e lievemente ansiogena, un archetipo di art-rock sperimentale baciato da una costante originalità.
Nonostante la diversa linea guida della prima prova da solista, Jason McMahon non viene meno alle direttive sperimentate nel lungo percorso artistico: le premesse concettuali di “Odd West” sono molto intriganti, aliene. Abbandonati gli Skeletons, il musicista ha elaborato un percorso di studi e sperimentazione sulla tecnica del fingerpicking, amalgamando la tradizione folk con l’avanguardia. L’intento era quello di creare un suono che interagisse con la quotidianità della musica popolare, con particolare attenzione a quella per matrimoni e cerimonie. Sono infatti quattordici brani nati durante celebrazioni di matrimoni (incluso quello dello stesso McMahon) il corpo di questo esordio solista, una finalità che è particolarmente percepibile in brani come “If It Rhymes, It's True”, con tempi ritmici cadenzati dal battito delle mani, o in “How I Became Water“, ingentilita da festosi cori femminili.
L’autore a tratti incrocia lo spirito innovativo di William Tyler ma anche le migliori pagine new age della Windham Hill, non a caso “The Ballad Of Fat Lightning” sembra uscita da un disco di William Ackermann.
E’ un matrimonio, è proprio il caso di dirlo, tra tecnica, sperimentazione e arte della composizione, quello che “Odd West” celebra e onora con brani fuori dai canoni: l’esaltante bellezza dell’originale chamber-blues di “This Is Forgetting” o il turbinio di accordi e suggestioni liriche di “Book Of Knots”.
Le insolite accordature dell’onirico stile fingerpicking non smettono di rievocare Ackermanm, Fahey e Basho, senza però suonare derivative: valga su tutte l'affascinante “Who We Are”.
Jason McMahon trascina le velleità folk e popolari anche nelle braccia non proprio confortevoli del dark-folk, tra toni spettrali (“Ambisinistrous”), mistici (“Oh, Moon!”) e avantgarde, scavando anche nel minimalismo, incurante di fascinazioni estetiche.
A far da chiosa il corposo groove chitarristico di “Never Stop Exploding”, foriero di una marea di emozioni e suoni che, con fare molesto, McMahon fa vibrare con un breve assolo di chitarra elettrica che resta in trepidante attesa di un epigone.
“Odd West” è un disco intrigante e stuzzicante come pochi, ricco di ombre e sfumature cromatiche, un disco folk che stimola la curiosità intellettuale e apre nuove frontiere.
03/01/2021