Kehlani

It Was Good Until It Wasn't

2020 (Atlantic)
r&b, trap-pop

Non si può certo dire che Kehlani non abbia grinta e fiducia in sé stessa. Nonostante il successo, tutto sommato modesto, dell'acerbo debutto su Atlantic "SweetSexySavage", la giovane californiana ha continuato a scavarsi con tenacia un solco tra i rivoli dell'r&b contemporaneo. Sul suo nuovo disco - "It Was Good Until It Wasn't" - non mancano collaboratori di varia estrazione a timbrare il cartellino, ma anche il mixtape "While We Wait" dell'anno scorso non era certo parco di ospiti. Grossa parte del business sta anche nell'agganciarsi a progetti altrui per instaurare rapporti mutualmente benefici, e in questo Kehlani c'ha sempre visto lungo - Calvin Harris, Stormzy, Chalie Puth, Eminen, Cardi B e Teyana Taylor solo alcuni dei nomi con i quali ha recentemente avuto a che fare.
Anche per questo, il suo nuovo lavoro mostra una promettente crescita dal punto di vista del suono rispetto al passato, ma purtroppo scrittura e interpretazioni non sono ancora abbastanza interessanti per far davvero drizzare le antenne.

Certamente Kehlani si rivolge a un pubblico molto giovane che consuma musica in streaming seguendo più l'urgenza comunicativa del messaggio che non la costruzione formale di un long playing. E in tale frangente l'autrice si prende molto sul serio; "Everybody Business" affronta i tanti pettegolezzi circa la propria vita privata sparsi per la Rete, in particolare le sue liason sentimentali che sembrano sempre oggetto di critiche e gossip selvaggio. Apologia però manco per sbaglio, Kehlani è schietta e non ha alcuna paura di espletare il proprio appetito sessuale - "Water", "Serial Lover" e "FM&U" lasciano davvero poco all'immaginazione. E questo per tacere della torrida "TOXIC", che, oltre a essere la traccia migliore del lotto, si presenta corredata da un videoclip dichiaratamente se(n)suale.
Quel che manca a "It Was Good Until It Wasn't" è però un vero momento topico, che sia un buon ritornello o un'interpretazione particolarmente sentita. La voce di Kehlani è sottile e spesso manca di grandi sfumature, mentre la struttura delle canzoni non va mai oltre la jam di generico r&b contemporaneo. Né il sax del solitamente abile Masego su "Hate The Club", né l'estemporanea presenza di James Blake su "Grieving" riescono davvero a permutare la formula verso qualcosa di inedito.

La sempre pacata Jhené Aiko magari s'infila con grazia sibillina nel duetto "Change Your Life", ma è un raro momento di vera complicità emotiva in un disco che sin dai presupposti dovrebbe fare della complicità emotiva il proprio motivo di essere.
Per montare dischi di r&b morbido e dal ritmo sempre al passo tanto cari al genere ci vorrebbe un'attenzione compositiva a dir poco certosina, il che è molto più difficile di quanto si pensi. Dove vi sono riuscite Brandy, Tweet e Aaliyah, firmando rare pagine miliari per il genere, tante altre cantanti seguono nel solco del prevedibile, macinando dischi anche decenti ma che spesso si dimenticano nel giro di una stagione, e Kehlani è ancora ferma su tale standard. Esempio lampante di produzione mancata: l'esangue e disidratata "Bad News", che si trascina con fare vagamente annoiato, solo sul finale quella linea di pianoforte che è stata quasi muta durante tutto il pezzo inizia a ricamare qualche accordo con più decisione, ma nel giro di pochi secondi il brano è già concluso e buonanotte ai suonatori.

25/06/2020

Tracklist

  1. TOXIC
  2. Can I feat. Tory Lanez
  3. Bad News
  4. Real Hot Girl - skit
  5. Water
  6. Change Your Life feat. Jhené Aiko
  7. Belong To The Streets - skit
  8. Everybody Business
  9. Hate The Club feat. Masego
  10. Serial Lover
  11. F&MU
  12. Can You Blame Me feat. Lucky Daye
  13. Grieving feat. James Blake
  14. Open (Passionate)
  15. Lexii's Outro


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