I Necrophobic non dovrebbero aver bisogno di tante parole di presentazione, essendo uno dei gruppi storici della scena black metal svedese degli anni Novanta, responsabili di capolavori come “The Nocturnal Silence” e “Darkside”. “Dawn Of The Damned” è l'album che segue l’ottimo e sorprendente “Mark Of The Necrogram” uscito nel 2018 e conferma lo stato di grazia infernale della band di Stoccolma.
Tradizionalisti nella formula, ma sempre capaci di creare il giusto climax attraverso un blackened death-metal ampiamente rodato ma ancora coinvolgente, i Nostri guardano agli storici Dissection come a un punto fermo imprescindibile delle loro visioni infernali. Non a caso, un brano come “Darkness Be My Guide”, con le sue melodie affumicate, sembra evocare il fantasma maledetto di Jon Nödtveidt.
Il gran lavoro di Johan Bergebäck e Sebastian Ramstedt alle chitarre non passa inosservato, tra omaggi sottotraccia a un certo metal classico degli anni Ottanta (“The Shadows”) e brani che riescono a rimanerti in testa senza perdere nulla in forza, irruenza e malvagità (“Mirror Black”), merito anche dell’eccellente prova vocale di Anders Strokirk.
I furiosi blast-beat di un Joakim Sterner in piena forma non danno tregua all’ascoltatore. “Tartarian Winds” accenna a un viking/folk black-metal che può ricordare un po’ quello dei connazionali Månegarm e “Devil's Spawn Attack”, brano finale che vede la partecipazione di Marcel Schirmer dei Destruction, dona un tocco thrash dalle venature black old school. In generale, emerge un sound compatto e coeso, che senza devianze punta dritto verso l’obbiettivo.
A sottolineare l’appartenenza alla tradizione, troviamo anche un classicissimo artwork ad opera del leggendario Kristian “Necrolord” Wåhlin. Con più di trent’anni di onorata carriera alle spalle, i Necrophobic vanno ancora a segno, mostrando di meritare il loro ruolo nel pantheon infernale. Diffidate delle imitazioni, specie quelle d’oltreoceano. Il vero black-metal svedese è qui per restare.
22/10/2020