La guerra non finisce mai nelle opere di Dominick Fernow, l'artista americano che da vent'anni ormai continua a somministrarci dosi massicce di rumore, violenza, incubi urbani e contorte strutture sintetiche tra nastri bruciati e synth cortocircuitati dei suoi moniker principali: il qui presente Prurient, e il parallelo Vatican Shadow.
Questo "Casablanca Flamethrower" è il primo Lp che il nostro fa uscire sotto l'egida della storica label tedesca Tesco Organization, da sempre legata a una certa visione, fredda e maniacale, del suono industriale e sperimentale. Non aspettiamoci evoluzioni o cambi di strategia in Dominick, la sua è stasi perenne: un coma bellico che attinge da un immaginario senza fine per raccontare la solitudine, la crudeltà e la miseria del corpo e dello spirito umano.
Casablanca, città simbolo di fuga dalla guerra mondiale e mezzo di esilio dalla paura - il lanciafiamme, strumento terrorizzante per snidare il nemico asserragliato nei bunker. Un accostamento semplice, vivido nel comunicarci un senso claustrofobico, un caldo ossessivo. E soffocanti sono i ritmi di questa opera, sicuramente coerente nella mente non lineare di Fernow, che l'ha costruita sopra corridoi oscuri dove si ammassano voci urlanti, rumori di esplosioni distorte e beat industriali psicopatici. Un continuo alternarsi di storie violente, di vittime e carnefici in un affresco sporco del presente.
Rispetto al precedente "Noise For Halloween Night" (2019, Hospital Prod.) in cui ci trovavamo di fronte a un omaggio d'amore verso le atmosfere notturne e fobiche del cinema horror americano, giocando nello sconfinamento tra synth horror, soundtrack e noise, in "Casablanca Flamethrower" troviamo la informe urgenza comunicativa che l'artista americano ha saputo riassumere nell'ottimo "Frozen Niagara Falls" (2015, Profound Lore) e nel successivo compendium "Rainbow Mirror" (2017, Hospital Productions - Profound Lore).
Da ascoltare senza interruzioni, dal principio alla fine, mantenendo un volume decentemente alto, rimangono alla mente immagini elettroniche frastagliate, incollate freneticamente una sull'altra, di tanti, troppi, telegiornali e notizie di una cronaca reale lasciata passare in secondo piano nel nostro cervello. Per non impazzire quotidianamente.
14/05/2020