Silverbacks

Fad

2020 (Central Tones)
indie-rock, pop

Pubblico e critica hanno gli occhi rivolti all’Irlanda, o meglio ancora verso Dublino, patria di quello che molti considerano il gruppo di punta dell’attuale scena new-rock, i Fontaines DC. Un’attenzione mediatica che cerca un filo comune per ipotizzare la nascita di una scena ben definita da proporre come modello di riferimento della nuova generazione indie. Operazione quest’ultima non proprio agile, dati gli evidenti rimandi al passato di molte band, spesso sconnessi o eccessivi, al punto da non far risaltare la personalità dei pur bravi emuli.
Il rischio è sempre lo stesso: molte formazioni sono destinate ad avere il loro posto in un piacevole limbo, graziate dall’interesse suscitato dall’indiscussa creatività dei nomi più in vista. I fratelli Daniel e Killian O'Kelly, forti di una non breve esperienza sui palchi irlandesi, giocano la carta dell’album cult, pescando idee e suggestioni in un campionario post-punk e new wave molto ampio, evitando caratterizzazioni deja-vu troppo marcate, puntando maggiormente sulla solidità dell’insieme delle canzoni.

E’ comunque divertente cercare di individuare tutte le possibili influenze che agitano l’esordio del gruppo irlandese, “Fad”. Il cantato di Daniel O'Kelly può evocare Mark E Smith, ma è più una questione di metrica dei testi che una vera e propria similitudine espressiva (“Dunkirk”, “Drink It Down”). I riff sembrano taglienti come quelli dei Pavement lucidati da timbriche alla Television, ma cedono a tentazioni pop alla Knack (di nuovo “Dunkirk”) o a lievi graffi stile primi U2 e Big Country (“Pink Tide”).

L’intuizione più felice dei Silverbacks è quella di restare comunque legati a un profilo low-key che garantisce all’album di crescere con gli ascolti senza mai strafare, anzi mettendo in luce spunti per future evoluzioni sonore. Intrecci chitarristici di ottima fattura (“Fad 95”), una scrittura priva di punti deboli (il pop convincente di “Up The Nurses”) e una fugace ma gradevole presenza vocale femminile (Emma Hanlon) aprono nuove frontiere, citando perfino Martha & The Muffins in “Klub Silberrucken” e qualificando “Fad” come un ascolto molto piacevole e stimolante.
Qualche riff chitarristico in meno, una malleabilità ritmica più marcata e una produzione più coraggiosa e audace sono a questo punto necessari per garantire ai Silverbacks un futuro luminoso. Nel frattempo non resta che trastullarsi con la furia ricca di energia di “Just In The Band”, con le intelligenti geometrie ritmiche di “Muted Gold” o con l’inattesa virata verso il blues-rock di “Madra Ulisce”.

“Fad” non è il tanto celebrato esordio al fulmicotone della nuova scena Irish-rock, e i Silverbacks non sono i nuovi Fontaines DC, ma neanche i nuovi Murder Capital. Hanno scelto un percorso più articolato: i troppi riferimenti rischiano di smorzare l’impatto della loro proposta e tuttavia questo debutto funziona e appassiona quel tanto che basta per spingerci a tenerli d’occhio, in attesa di essere sorpresi e smentiti al prossimo passo.

14/09/2020

Tracklist

  1. Dunkirk
  2. Pink Tide
  3. Drink It Down
  4. Fad 95
  5. Dud
  6. Klub Silberrucken
  7. Travel Lodge Punk
  8. Just In The Band
  9. Grinning At The Lid
  10. Muted Gold
  11. Up The Nurses
  12. Madra Uisce
  13. Last Orders






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