Nel nuovo album “Our Kind Of Movement”, in poco meno di quaranta minuti, gli Speedometer riassumono il lungo percorso di musicisti e dunque di autori riproponendo in un delizioso miscuglio le influenze assorbite nel loro soul/funky orchestrale: dalle più prevedibili movenze latin-rock di “Funky Amigo” alle esotiche e quasi psichedeliche sonorità indiane di “Kashmir”, senza dimenticare la sensualità dell’afro-beat in “Abuja Sunrise”.
Oltre a delle potenti performance strumentali, “Our Kind Of Movement” offre anche dei pregevoli interventi vocali. Il giovane e promettente talento di Vanessa Jamie incornicia il robusto soul alla Daptone di “We Gave Up Too Soon” e la vezzosa “All In”, il fido James Junior sottolinea con classe le contaminazioni acid-jazz di “Let's Start A Movement”, mentre a Najwa Ezzaher la band offre le più articolate trame funky di “Time To Slow It Down” e la corposa “Look No Further”, una delle tracce migliori dell’album.
Una sempre più perfetta interazione tra atmosfere retrò alla Meters (“Edge Of Fear”), un pizzico di funk psichedelico (“Mo' Crunch”) e una coralità perfetta per una potenziale jam-session (“Mind Escape”) completa un disco godibile, che senza alterare i canoni del genere tiene salda l’attenzione, pur senza offrire episodi di particolare rilievo.
“Our Kind Of Movement” conferma le doti dell’ensemble funky/soul inglese, ma invoca altresì una scrittura più coraggiosa. La definitiva autonomia degli Speedometer dal ruolo di backing band è ancora lontana, ma il passo è quello giusto: restiamo sintonizzati.
(15/02/2021)