Reinventare la tradizione non è esattamente un’operazione rara, invero è materia ormai abusata, scavando tra i cui recenti albi è difficile trovare qualcosa che sia veramente originale. Tra i tanti cantori che infestano l’affollato scenario della contaminazione country-folk americana, si sta facendo però un nome, in realtà molto particolare e magnetico, Amigo The Devil – controverso alias di Danny Kiranos da San Francisco.
Balzato alla ribalta con “Everything Is Fine” del 2018, il tatuatissimo cantore gothic-country e murder-folk, così come piace catalogare le sue ballate a lui stesso, conferma con “Born Against” la sua personalità bizzarra e affascinante e mette a cuocere tanta, tantissima carne nuova.
Al registro da teatrale trovatore maledetto a metà strada Tom Waits e Leonard Cohen, Kiranos aggiunge nel suo sophomore numerose e poliedriche nuove influenze e qualche effetto speciale.
In realtà, di propriamente classico in questo nuovo disco di Amigo The Devil c’è poco. Certamente l’ironico bozzetto country per armonica e chitarra acustica “Better Ways To Fry A Fish” e la sentita “Quiet As A Rat”, nella quale Kiranos, marciando tra trombe e cori ubriachi al passo di Tom Waits (era “God’s Away On Business”), ribadisce a pieni polmoni il mantra del titolo del disco. Ma poco, pochissimo altro. Una “24K Casket” guidata dal banjo e poi movimentata da un pianoforte suonato come in un saloon, poi soltanto momenti fugaci nelle complesse architetture dei brani.
L’inizio affidato a “Small Stone” è il più epico che ci si possa immaginare, con chitarre elettriche romantiche e un crooning a petto gonfio degno di Elvis e Roy Orbison. Mentre “Murder At The Bingo Hall” subisce i divertiti assalti di una tastiera progressive e “Different Anymore” culla con il suo ritornello amorevole e gli ariosi archi da colonna sonora cinematografica.
L’oscura “Shadow” subisce addirittura interferenze elettroniche e avvolge i violini da busker tra sinistre nebbie sintetiche. In “Another Man’s Grave”, cantata in prima persona, a colpire è invece l’intensità dell’immedesimazione di Amigo The Devil in un personaggio crepuscolare e destinato all’infelicità.
Originale, diversamente poetico, rispettoso della tradizione ma allo stesso tempo iconoclasta, “Born Against” conferma il talento di Amigo The Devil e ci fa desiderare, oltre che un sequel a stretto giro, di poter assistere presto a uno dei suoi chiacchierati e scalmanati live.
(31/12/2021)