Sperimentatore poliedrico alla continua ricerca di nuove intersezioni tra universi sonori sfaccettati, Amon Tobin a partire dagli esordi a firma Cujo si è rapidamente imposto come una delle figure più interessanti del panorama elettronico internazionale. A due anni da “Long Stories” – lasso di tempo che lo ha visto iper-produttivo sotto le mentite spoglie di numerosi alias (Stone Giants, Two Fingers, Figueroa) – l’alchimista brasiliano torna a pubblicare un nuovo lavoro a proprio nome e ancora una volta ciò che ci si chiede è: cosa ci riserverà questo nuovo giro di giostra?
“How Do You Live” – pubblicato attraverso la sua etichetta Nomark – ci restituisce un Tobin in buona forma, proponendo un itinerario vorticoso che senza rivoluzionare coordinate stilistiche consolidate sa essere intensamente accattivante. Accantonate (almeno in parte) le sperimentazioni ambient/cosmiche del dittico formato da “Fear In A Handful Dust” e “Long Stories”, quel che si registra è un ritorno alla formulazione di strutture compositive amorfe dallo sviluppo spesso imprevedibile.
La partenza è fulminante, affidata alla spirale convulsa disegnata dalla title track tra synth taglienti e tracciati ritmici roboanti che si incontrano/scontrano definendo una sequenza d’impatto dalla valenza marcatamente cinematografica, carattere comune a gran parte delle tracce dell’album.
Ci si sente subito immersi in un ambiente congeniale, ma, come spesso accade nel caso di Tobin, la mutazione è sempre in agguato. “Rise To Ashes” e soprattutto “Sweet Inertia” – forma canzone cointestata con il suo alter ego vocale Figueroa – aprono varchi verso sonorità psych che sembrano discendere direttamente da "Sgt. Pepper's".
Posti al centro dell’itinerario, i glitch di "In A Valley Stood The Sun" – intermezzo che rimodula in parte la traccia d’apertura di “Fear In A Handful Of Dust” – segnano un ulteriore cambio di rotta che introduce a un trittico di scenari criptici nutriti da intrecci organici abilmente decostruiti, sentori jazzy e sequenze ritmiche complesse, prima di scivolare verso un oscuro finale dai toni inquieti.
Nel suo insieme “How Do You Live” propone una fusione di molte delle istanze indagate nel corso di una carriera ormai ventennale: una compresenza sapiente di elementi melodico/ritmici di impatto e flussi ambientali articolati, che solo per brevi tratti scivola verso un accomodante manierismo. Una formulazione efficace, priva di particolari innovazioni, ma capace di dare piena conferma del talento cristallino di un artista fuori dagli schemi.
06/10/2021