La frammentarietà della produzione successiva ha comunque stimolato la mia curiosità, ben ripagata non solo dalle successive esternazioni pop di “Brian Woodbury Songbook” ma anche dal sorprendente “Variety Orchestra del 2004, un esuberante mix di Duke Ellington e Frank Zappa, che oltre a confermare una stravagante scrittura, metteva in luce l’enorme conoscenza dei segreti più reconditi dell’arte sonora.
Non stupisce che Woodbury abbia scritto musiche per programmi televisivi per bambini, commedie e musical. L’agilità delle sue risoluzioni stilistiche è sorprendente, volendo carpire una terminologia più in uso per la musica rock, è possibile definire la sua musica pop in opposition.
“Antipathy & Ideology” è il terzo volume di un progetto intitolato “Anthems & Antithets”, e segna il ritorno discografico dopo 5 anni d’assenza. Un'incredibile mole di composizioni, ben 70 nei tre capitoli pubblicati finora, che ancora una volta sorprende per la qualità delle canzoni e l’erudita messa in opera. Il solo elenco dei musicisti coinvolti è sufficiente per comprendere la caratura di questo raro gioiellino di pop sbilenco, canzoni da cabaret per sola voce e fisarmonica (“Shut Up And Listen”), giri di blues alla Andy Partridge (“Get Out Of Your Car”), romanticherie a base di violino, chitarra acustica e melodie alla Todd Rundgren (“Why Can't It Be Like It Was?”) e pop’n’roll alla maniera del primo Joe Jackson (“Guns And Ammo”).
“Antipathy & Ideology” è un pozzo senza fine di idee e sorprese: l’intreccio vocale alla Beach Boys di “Beware Of Famous People”, la raffinata enfasi melodica alla Burt Bacharach di “While Supplies Last”, il profumo tex-mex di “Welcome To America”, la gigioneria country di “Jury Duty”, il brio hippie-folk di “The South Will Rise Again, Again” e quell’ingegnosità che i They Might Be Giants hanno smarrito da tempo (“We Can't Breathe”, “Good Cop/Bad Cop”).
In verità, bastano le prime note di “Next Time I See You” per essere catapultati in un universo parallelo al mondo del pop, una realtà dove puoi incontrare Robert Wyatt che si diverte con dissonanze e coretti femminili nel depistare l’esotica rumba di “Lucy, I'm Home”, Barry Manilow in cerca di riscatto (“Better”), Matthew Sweet in versione rock’n’roll (“If It Ain't Broke, Break It” e “Good Cop/Bad Cop”), gli Xtc che giocano a fare i punk-popper come ai tempi di “White Music” (“Poor Landlord”), Randy Newman che finalmente trova il coraggio di pubblicare il seguito di “Short People” (lo straordinario boogie-pop di “Small Penis”) e perfino Van Dyke Parks in preda ai fumi dell’alcol (“Beware Of Famous People” e “The Law Of Attraction”).
I riferimenti possono sembrare eccessivi e fuorvianti, ma Brian Woodbury a tutta questa materia organica applica metodologie di decostruzione e scomposizione alquanto originali; le canzoni sono come scarabocchi, ricchi di accordi svogliati, i quali per magia mettono in moto melodie memorabili il cui fine non è celebrare l’arte del songwriting ma svelarne la natura ironica, giocosa e a tratti destabilizzante.
“Antipathy & Ideology” è un’autentica gemma pop che gli amanti di Xtc e affini non devono assolutamente farsi sfuggire.
(19/02/2021)