Abbiamo imparato ad aspettarli, i Death From Above 1979: dieci anni tra l'esordio e “The Physical World”, altri sei e mezzo tra questo e il nuovo “Is 4 Lovers”. Nel mentre, sembra che l'hype che circondava il duo canadese composto da Jesse F. Keller e Sebastien Granger sia andato sfumando, e certo la musica licenziata con parsimonia nel corso degli anni c'entra qualcosa. Già, perché se è vero – e ne va dato atto – che i due di Toronto non hanno mai pubblicato lavori insufficienti sotto il profilo della qualità, tantomeno si può affermare che le ultime prove abbiano fatto strappare i capelli o farci avvertire la malinconia dei Death From Above 1979.
La formula dei canadesi si è ormai assestata su quel sound saturo e un tantino artificioso che, pur ostentando i muscoli e una certa irruenza alla base del tutto, sembra avere più a che fare con certe geometrie math che con la schietta genuinità del garage-rock.
Questa sensazione di ascoltare qualcosa di artefatto, ci si passi il termine, è il più grosso limite imputabile a buona parte dei brani di “Is 4 Lovers”. Le abrasive “Modern Guy” e “One + One”, ad esempio, sono sempre a un passo dall'esplodere, e invece rimangono come imbrigliate all'interno della struttura entro la quale si muovono. Non è un caso che quando l'impalcatura viene per un attimo accantonata e il sudore prende il sopravvento sulla razionalità, come nel caso delle due parti dance-punk di “N.Y.C. Power Elite” e pure nella successiva “Totally Wiped Out”, il risultato sia ben più esaltante.
Le cose più interessanti di questo repertorio che cresce con gli ascolti si trovano probabilmente verso il finale. C'è una “Glass Homes” che, accantonando l'irruenza fino a quel punto messa in mostra, rivela qualche inattesa parentela con i Bloc Party.
Ma forse il miglior brano del lotto è “Love Letter”, un soffuso e aggraziato episodio pop-rock che mostra l'abilità dei Death From Above 1979 di scrivere melodie semplici e dirette. Forse, in effetti, è soltanto questione di smussare un po' gli angoli.
(30/03/2021)