Declan O'Rourke

Arrivals

2021 (East/West)
folk, alt-folk

Quante pagine scritte sono inutili sequenze di parole e concetti rubati a vecchie letture? Quante canzoni hanno il fascino fugace della bellezza? Quanti poeti e cantori restano altresì ignoti, a noi scrutatori dei tanti orizzonti che continuiamo a osservare con immutato stupore? Prima o poi qualcosa accade, e finalmente uno di quei ramoscelli, che vibrava donandoci sollievo dall'afa e dal torpore dell'anima, offre alla vista un fiore.

Dal 2004 Declan O'Rouke con destrezza armonica, una voce carezzevole e una padronanza di quell’arte definita impropriamente semplicità, scrive storie a volte personali, a volte sociali, adornandole di pregevoli accordi folk. Amato e citato da artisti come John Prine, James Taylor, Eddi Reader e Josh Groban, Declan O'Rouke ha trovato in un suo grande estimatore, Paul Weller, il nume tutelare per il definitivo ingresso nel mondo della canzone d'autore.
"Arrivals" è la rivelazione di un mondo finora colpevolmente taciuto, un disco inciso e prodotto in soli dieci giorni con la presenza di Weller al banco di regia e produzione, ma, a dispetto delle attese, l'album è meravigliosamente scarno e diretto, spesso affidato al solo intreccio tra chitarra e voce. Le parole fremono di passione e profondità di contenuti. E la musica mette in fila tutto il lessico tipico di quei loser e troubadour che hanno donato la loro arte senza ricevere mai il giusto riconoscimento.

Ricche evoluzioni armoniche, degne di Ralph McTell o Don McLean, incoraggiano il malinconico e struggente racconto di un uomo il cui unico sogno era diventare un musicista; la voce greve dialoga con un articolato fingerpicking ed è subito magia: "In Painters Light". Ma questo è solo il canto inconsapevole di un artista che non ha ancora trovato il meritato plauso per le sue creazioni, ostinato nel non voler svendere la propria arte, lasciando che sia infine lo struggente sentimentalismo di "The Stars Over Kinvara", sottolineato dal duetto tra voce e violoncello, o la verbosa natura poetica à-la Joni Mitchell che abbozza i paesaggi sonori dell'arioso chamber-folk di "The Harbour", o della tenace esternazione in stile protest song per voce e chitarra di "Have You Not Heard The War Is Over", a metterne definitivamente a nudo l'intensità poetica.

La presenza di Paul Weller è lievemente più percepibile quando il ruolo centrale dell'arrangiamento è affidato al pianoforte, la title track diventa così un racconto/confessione da bar notturno e fumoso, mentre "This Thing That We Share" scende ancor più nel profondo, raccogliendo frammenti di riflessioni sulla caducità della vita con un'atmosfera folk-jazz-noir alla Chet Baker. L'ombra della morte ("Sarà morto tra 5 anni se non cambia qualcosa"), aleggia altrove, spostando l'asse di nuovo verso un chamber-folk tinto questa volta di jangle-pop ("Andy Sells Coke").
È invece una storia di riscatto e di orgoglio quella del minimale folk-noir di "Olympian", che racconta l'impresa della giovane nuotatrice siriana Yusra Mardini, fuggita attraverso il Mediterraneo per salvarsi la vita, poi in gara alle Olimpiadi di Rio del 2016, e infine ambasciatrice dell'Unhcr.

Declan O'Rouke è un artista che ha molto da raccontare sia musicalmente che dal punto di vista dei contenuti, non sorprende quindi che al coro di elogi si sia aggiunto in passato anche Christy Moore, artista con il quale condivide una sobrietà stilistica ("Convict Ways", "Zeus And Apollo") che alfine consolida il fascino fuori dal tempo di un album prezioso e autentico come "Arrivals".

24/09/2021

Tracklist

  1. In Painters Light
  2. The Harbour
  3. The Stars Over Kinvara
  4. Olympian
  5. Arrivals
  6. Andy Sells Coke
  7. Have You Not Heard The War Is Over
  8. Convict Ways
  9. Zeus And Apollo
  10. This Thing That We Share






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