Spoken word, blues, grunge, jazz-rock, metal, rock sperimentale, psichedelia, scampoli di swing e di rock più classico: la musica dei Magnet Animals è una stimolante realtà della scena jazz-rock americana.
Formatasi tra New York City e Mexico City, la band di Jorge Servin, Shanir Ezra Blumenkranz, Eyal Maoz e Todd Clouser è garante di un incendiario rock politicizzato e fuori rotta, grazie alla corrosiva vena poetica del chitarrista Todd Clouser e a una coesione tra musica e parole che sbeffeggia la deriva populista degli ultimi decenni, ancorando le mordaci denunce a sonorità dense e graffianti.
La musica della band è come un magma rovente che aumenta d’intensità nell’impulsivo groviglio di spoken word e noise-hard-rock di “Burn The Whole Thing Down” o flirta con i canoni più coinvolgenti del rock-blues, del prog e del jazz-rock nella travolgente title track, per denunciare l’illusoria retorica dei media.
Sedurre il corpo per parlare alla mente è un po’ il leit-motiv di “Fake Dudes”, in questa rappresentazione di idee poeticamente e politicamente forti, musica e parole vanno in sincrono: i Magnet Animal gettano nel calderone riff jazz-swing in salsa rock per sedurre i distratti (“Forecast In Rome”) e groove funky-dance (“The Kids Are Gonna Win”) per rivolgersi speranzosi alle generazioni future.
Strano, singolare, il progetto di Clouser e compagni è musicalmente rigoroso ed elaborato, ricco di dissonanze e divagazioni che sono figlie sia dell’algido linguaggio del jazz che della fantasiosa macchina del tempo e del luogo della psichedelia. Un serrato dialogo creativo che raggiunge l’apice nella melmosa e audace miscela jazz-rock-noise-psych di “Hell Is An Empty Place” o nel criptico minimalismo rock-blues cosmico di “Freaks”.
Difficile immaginare che parte del disco sia stato concepito e registrato a distanza a causa delle regole anti-Covid. Le brucianti invettive musicali e verbali di “Man And Machine” profumano di ribellione priva di retorica, affine a certe pagine di band hardcore anni 80, e la potenza sonora da jam-session in pieno trip allucinogeno di “I’m The One” rimanda al policromo rock psichedelico anni 70, tra sfumature alla Hendrix/Gil Scott Heron che lasciano decisamente il segno.
Formazione il cui potenziale meriterebbe una immediata verifica live, i Magnet Animals sono senza dubbio una delle più promettenti e atipiche realtà della musica americana. Il loro crossover jazz-rock-blues-psichedelia funziona egregiamente e non crolla mai nella banalità, anche quando si reinventano come una potenziale e micidiale pop-rock-band (la già citata “The Kids Are Gonna Win” e l’altrettanto catchy “The Call For The Cure”).
“Fake Dudes” è un disco che conserva tracce dello spirito corrosivo e ribelle del rock’n’roll, ed è un bel sentire.
09/01/2022