Ad onor del vero, avevamo quasi dimenticato le grazie folk-noir e da murder ballad dei New Bums, progetto dell’indomito Ben Chasny (Six Organs Of Admittance, Comets On Fire) e Donovan Quinn (Skygreen Leopards).
Sette anni sono infatti passati da “Voices In A Rented Room”, album del quale “Last Time I Saw Grace” appare speculare, non solo per l’inversione cromatica che differenzia di poco le copertine dei due album, ma anche per la natura più melodica e meno aspra di queste nuove undici intense, ma volutamente non del tutto memorabili, folk-song dai tratti weird e delicatamente acid.
Il nuovo album dei New Bums è uno di quei gradevoli progetti destinati a restare di culto, perennemente in bilico tra ispirazione e svogliatezza, le stesse qualità che hanno preservato il fascino di album di Nikki Sudden e Dave Kusworth, acquistati a volte per riverenza intellettuale, quindi riscoperti con piacere a distanza di decenni.
Disinvolto e seducente, il nuovo album dei New Bums ripropone con sapienza il lato oscuro del rock’n’roll, quello che hanno praticato, non senza restarne feriti, artisti come Lou Reed e Johnny Thunders.
Ben e Donovan si tengono abilmente fuori dall’estasi spirituale del goth-folk: le canzoni sono asciutte e scheletriche, ma non prive di disincanto (“Tuned To Graffiti”) e ironia (la divertente riflessione sull’essere musicisti in “Cover Band”). Alcune tracce lasciano il segno grazie a un lirismo dai tratti familiari ma non del tutto ordinario (la vivida “Onward To Devastation”, la leggermente barocca “Street Of Spies”).
L’accenno blues di “Billy, God Damn”, lo squisito misticismo folk-psych e retrò di “Hermitage Song” e l’insolito strumentale “So Log, Kus” rimarcano la versatilità del duo, autore di un disco che sarebbe facile liquidare come marginale. Viceversa è sorprendente quando i New Bums omaggiano Tommy Bolin interpretando il misconosciuto gioiellino intitolato “Wild Dogs”, o quando la devastante melodia di “Marlene Left California” cattura tutto quel romanticismo altrove accennato o negato, e infine concentrato in quattro minuti e ventisei secondi assolutamente imperdibili.
Il nuovo album del duo americano si può alfine racchiudere in poche e chiare parole: Are you ready to be heartbroken?
24/07/2021