Nicholas Krgovich

This Spring (Songs By Veda Hille)

2021 (Tin Angel)
dream-folk, songwriter

A volte sinergie inattese rivelano al mondo meraviglie nascoste, ignorate o taciute. Ancor più sorprendente è quando da una collaborazione incidentale, nata dal reciproco apprezzamento artistico, nasce un siffatto gioiello art-pop, destinato a segnare in maniera indelebile l’anno in corso.
Di Veda Hille avevamo già parlato tempo fa, esattamente quando l’ex-Xtc Andy Partridge tento di svelarne il talento, scritturandola per la sua etichetta Ape (“This Riot Life”, 2008), e successivamente per l’eccellente tribute albumYoung Saint Marie” dedicato a due grandi musicisti canadesi Buffy Saint Marie e Neil Young (con una “Cortez The Killer da favola). Nicholas Krgovich è altrettanto poco noto, nonostante le passate gesta con i No Kids e l’eccellente album in collaborazione con Joseph Shabason e Chris Harris, “California”.

Ed è proprio ai tempi dell’avventura con i No Kids che risalgono le prime frequentazioni tra Krgovich e Veda Hille. Il trio era infatti formato da Chris, Julia Chirka e Justin Kellam, quest’ultimo compagno della cantautrice canadese. Un continuo scambio di favori nei reciproci album ha consolidato l’affiatamento artistico, fino a un curioso evento che ha convinto Nicholas del fatto che fosse venuto il momento giusto per un album incentrato sulle canzoni di Veda Hille.
L’episodio è accaduto alla fine di un concerto di Krgovich nel 2020. Il musicista canadese aveva incluso nel repertorio una canzone della Hille, “Plants”, lasciando il pubblico in preda a una forte emozione; le continue richieste sull’autrice del pezzo hanno definitivamente convinto il musicista dell’opportunità di incidere quello che oggi è tra le nostre mani sotto il titolo di “This Spring”. Un disco che si avvale anche del contributo di eccellenti musicisti: M. Sage alla batteria, Joseph Shabason al flauto e ai fiati, e Joe Carvell dei Pink Shabab al contrabbasso.

Musica liricamente potente e non facilmente catalogabile, quella di Veda Hille, senz’altro incline alle grazie del folk, nonché sollecitata dalla nobile arte del jazz e pronta a svelare ulteriori sfumature nella rilettura di Krgovich.
La sensazione costante che accompagna l’ascolto di “This Spring” è quella di trovarsi a cospetto di un incontro virtuale tra il minimal e e raffinato dream-pop tinto di soul dei Blue Nile e la poetica disadorna, ma profonda e viscerale, di Robert Wyatt (l’ex-Soft Machine aveva più volte indicato il canadese tra i suoi artisti preferiti).
L’eccellenza e la raffinatezza degli arrangiamenti si sposa alla perfezione con le ingegnose composizioni di Veda Hille: l’atmosfera è contemplativa, passionale, soffusa, con l’unica eccezione dell’accenno reggae di “Born Lucky”, sbarazzina e giocosa canzone pop ricca di trovate armoniche e contrappunti vocali e strumentali, come il sax sul finale.

Il resto di “This Spring” è avvolto da un’atmosfera fiabesca e noir, tra citazioni di Chopin che sottendono a un crescendo di melodie accennate, sbiadite, soffuse ed eteree che rasentano la magia (“Miracles”) e ballate ricche di saudade, che hanno la grazia compositiva di Michael Franks e il tocco sognante e noir dei Blue Nile (”Sleepers”).
Non è facile né semplice tenere fuori da queste righe qualcuna delle sedici canzoni scelte da Nicholas nel vasto repertorio della cantautrice canadese. Si può giusto sottolineare la natura più pop del vertiginoso refrain new wave/synth-pop di “Burst-Neighbourhood Song” o l’altrettanto contagioso refrain di “Lucklucky”, che Nicholas veste di minimalismi dream-folk alla Penguin Cafè Orchestra e ossessioni synth-wave alla Laurie Anderson.

La nuova veste sonora delle canzoni di Veda Hille mette in luce una vena soul-noir che Krgovich sottolinea con classe e raffinatezza (“Bedlam”, “15 Years”, “Bad Heart”), a volte libera accenni funk imprevisti - “Driven (Excerpt)”, “Carnage” - senza tralasciare tocchi esotici, come il mexican flavour misto alle grazie della bossa nova di “Slumber Queen”.
Al trittico finale spetta il compito di rimarcare con più forza le affinità elettive con il jazz, prima entrando nel mondo fantasioso dei crooner con “A Toast”, in seguito celebrando l’arte sopraffina del songwriting con ritmi sincopati, tocchi sopraffini di contrabbasso e tastiere lascive che aprono le porte a una melodia irresistibile, per poi concludere con una title track che lascia spazio alla voce di Veda Hille, che con pochi accenni strumentali s’impadronisce della scena con una performance vocale di rara e struggente poesia, non priva di una gradevole teatralità espressiva.

Con “This Spring”, Nicholas Krgovich compie un vero miracolo, rendendo onore e merito a una delle più sottovalutate artiste contemporanee, confermandosi altresì come uno dei più validi autori del nostro tempo.

25/07/2021

Tracklist

  1. Where Am I From
  2. Lucklucky
  3. Bedlam
  4. Born Lucky
  5. 15 Years
  6. Miracles
  7. Bad Heart
  8. Driven (Excerpt)
  9. Burst-Neighbourhood Song
  10. Carnage
  11. Sleepers
  12. Plants
  13. Slumber Queen
  14. A Toast
  15. Noah's Ark
  16. This Spring




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