I'm the minstrel man, I'm the cleanin' man
I'm the poor man, I'm the shoeshine man
I'm a nigga man, watch me then
I got God in me, can’t you see
I got God in me, can’t you see
I got God in me, can't you see
I’m a nigga man
Rory Ferreira prosegue in direzione jazz-rap con questo “The Light Emitting Diamond Cutter Scriptures”, album breve ma raffinatissimo che esplora la componente più atmosferica e notturna della sua musica. Non basterà a placare l’attesa di un vero seguito di “Purple Moonlight Pages”, ma merita comunque l’attenzione di chiunque sia sintonizzato su questo tipo di suoni o che abbia un certo interesse per le declinazioni moderne di blues e jazz.
Negli 11 brani per soli 28 minuti, il rap diventa una chiacchierata confessionale (“Contrapuntual”) che si libra a sorpresa in una fragilissima melodia vocale degna di un Robert Wyatt o un continuum fra rima e canto come in “Brother Mouzone Library Card”. Non è un caso che fra la criptiche citazioni di artisti e band di “Praise & Worship” ci siano proprio i Soft Machine, insieme ai Rolling Stones e a Eminem.
L’album è composto da canzoni brevi, spesso intorno ai due minuti, che giocano di fino con i dettagli delle produzioni, affidate ai vari Brainweight, Argov, Gibbsfreelance, Brendon Caroselli, ELDON, Vast Ness, Nalepa, Tony Bevilacqua e Pink Navel, mentre Ferreira snocciola pensieri in forma astratta, seguendo un fertile flusso di coscienza nelle varie “Wedding Cake Eights”, “Gemilut Hashadim” e “East Nashville”.
Pur configurandosi come un esempio coeso di jazz-rap astratto, almeno “Blackmissionfigs” merita citazione e, volendo, un ascolto anche isolato: nella sua armonia costruita per accordi fluttuanti, con un beat che prende la rincorsa e poi si ferma come a mimare un piccolo infarto, è il brano che si lascia più andare in termini di spettacolarità, concludendo con una vertiginosa accelerazione.
Nel mettere a sistema blues, jazz e rap, Ferreira recupera in "Hot Bref" persino un brano di Scatman Crothers, “Coonskin No More”, ma ne capovolge l’originario intento satirico trasformandolo in un manifesto identitario dei neri, a rimarcare che quella dell’autore è una musica che si presta a vari livelli di lettura, anche socio-politici. Pochi altri stanno riuscendo con tanta costanza a rinnovare questa nicchia stilistica.
21/12/2021