Emanuele Sterbini e Dominque D’Avanzo continuano a giocare a carte scoperte, il nuovo album degli Sterbus è un’altra dichiarazione d’amore per la musica pop-rock, che dai Beatles scivola fino ai Blur, con in mezzo tutte le variabili del caso, soprattutto quelle provenienti dal progressive e dalla new wave.
Le più ambiziose trame del precedente album “Real Estate/Fake Inverno” restano abilmente in sottofondo, le nove tracce sono ancora una volta un piacevole mix di eleganti citazioni e peculiarità stilistica, solo che questa volta a tenere le fila sono pastose armonie psych-folk, briosi riff power-pop, con un’architettura che richiama più la giocosa macchina da guerra della Electric Light Orchestra che l’irriverenza intellettuale dei Cardiacs.
“Let Your Garden Sleep In” è simile a un variopinto giardino fiorito: gli Sterbus scompigliano il piacevole citazionismo, concentrando in alcuni preziosi episodi di puro pop una quantità enorme di idee e suggestioni (“Stalking Heads”).
Funziona meglio del solito l’incastro vocale tra Dominique ed Emanuele, soprattutto quando le soluzioni strumentali accennano melodie più complesse e articolate, e respirano a pieni polmoni il solido apporto della backing-band (l’ottima “Polygone Bye”). Citazione d’obbligo a questo punto per i musicisti protagonisti di “Let Your Garden Sleep In”, ovvero Riccardo Piergiovanni, Francesco Grammatico, Pablo Tarli, Brenda Gagarina, Andrea Sgarzi, Emanuele Binelli, Layer Bows, Noel Storey e Dario D’Alessandro.
A loro spetta parte del merito della versatilità dell’album, abili nel reggere le continue citazioni: gli Electric Light Orchestra in “Helpless Waitress”, i Weezer in “B-Flat Love”, i Belle And Sebastian nella già citata “Polygone Bye”.
Tutto quanto esposto avviene con la consueta leggerezza e padronanza, che permette ancora una volta agli Sterbus di evitare le secche dell’arte più difficile: quella del pop.
Non fatevi distrarre dalle assonanze sparse in ogni dove, pur con qualche punto debole ancora da puntellare - alcune prove vocali di Sterbini - “Let Your Garden Sleep In” è tutt’altro che un ascolto superfluo o secondario, e “Murmurations” si rivela una delle canzoni da conservare con cura in questo affollato 2021. E questo basta e avanza.
29/01/2022