Dopo la fine dei Chromatics, Adam Miller - membro fondatore della band - registra nel suo home studio di Los Angeles e pubblica il primo lavoro solista a proprio nome, un album di musica strumentale completamente fuori da ogni spazio e da ogni tempo. Fuori dalla nostalgia, fuori dal futuro. Come Vini Reilly, in arte Durutti Column, con la sua chitarra disegna diciotto bozzetti di geometrie emozionali "raffreddate" da un suono pulito, con quel tocco di chorus che ci riporta, a orecchio, agli anni Ottanta in atmosfere ambient e coldwave. Sapendo proprio quanto il sound fosse centrale nel songwriting della band di Portland, non possiamo non considerare quanto questa dimensione timbrica e spaziale diventi anche una condizione concettuale ed esistenziale, che si associa perfettamente alla definizione di "meditazione" che Miller dà a queste tracce.
Ogni nota che suona in "Gateway" risuona infatti con un valore assoluto, e non potrebbe essere sostituita da altro. Si nota nelle cadenze ("Lost Guitar"), nelle pennate ("Gateway"), nelle melodie che si sviluppano ("Consulate"), nella scelta di più o meno lievi variazioni di accordi ("Lucky Star", "Voyeur"), nei bordoni senza attacchi ("Night Bloom", "Blue Energy") e nel ponderato uso di delay e riverberi ("The Shared Dream").
Il disco ci accompagna e si riavvolge trattenendo un'emotività a tratti disarmante ("The Name Of The Lost") che in qualche modo avvicina Miller ai primi Explosions In The Sky. La cosa più incredibile di "Gateaway" è che sembra la colonna sonora di un film di Hal Hartley, quindi un insieme di strumentali realizzati dallo stesso regista e chitarrista sotto lo pseudonimo Ned Rifle. "Gateaway" trattiene quindi la ricchezza, l'essenzialità e il mistero dei film del regista di Lindenhurst. Così la costa dell'Oregon e quella di New York si toccano idealmente in un circolo sospeso e potenzialmente infinito dove si collocano i personaggi archetipici dei film di Hartley allo stesso modo delle armonie e delle melodie di Miller.
"Gateway" è un disco che davvero nessuno si sarebbe aspettato oggi. Sorprende per questo suo "anacronismo" ma allo stesso tempo ci conforta, liberando immaginazione ed emozioni.
23/02/2022