Alien Nosejob

Il cosiddetto aussie rock sta vivendo una vera e propria rinascita, come testimoniato dalla vivacità delle recenti uscite: non solo Amyl & The Sniffers, CIVIC e Gee Tee, ma anche i The Chats, di cui si è parlato qualche settimana fa, sono saliti all’onore delle cronache, con il recalcitrante pub-garage-punk. A fine novembre è il turno di Jake Robertson, un agitatore della scena musicale di Melbourne degli ultimi dieci anni, attivo in vari gruppi cittadini, come Ausmuteants, Drug Sweat, Leather Towel, No Limit, School Damage, Smarts, Swab, Hierophants e The Frowning Clouds, questi ultimi in compagnia di Zak Olsen degli ORB, band-costola dei King Gizzard & The Lizard Wizard.

L’attività di Robertson è intrecciata a più riprese con la mitica etichetta punk ANTI-Fade Records e le uscite a nome Alien Nosejob, il suo progetto solista, non fanno eccezione: per questo “Stained Glass”, Robertson si affida invece a un’etichetta storica del garage-punk statunitense come Total Punk, per l’ennesimo compendio aussie di punk, hard-blues, pub-culture.
L’andamento midtempo e l’ottusità dei riff rimandano ai padri putativi del rock australiano: Ac/Dc a manetta (“Beatles Vs Stones”, “Shuffle Boogie”, “Shuffling Like Coins”) in un omaggio condotto con tutti i crismi, intervallato da assalti garage (“Post Punk Posers”, “Moldy Dough”) e swagger sull’orlo del glam (“Coastal Living 2”).

Alcune tracce (“RnR Rubbish Bin”, “Sharp As A Needle”) rallentano un po’ il tiro di un album altrimenti leggero, ma divertente da ascoltare dall’inizio alla fine. Un divertissement che convalida l’ottimo stato di salute del punk-rock australiano.

14/12/2022