Al Lover

Affermato produttore, dj e musicista di sede a Los Angeles, Al Lover continua a esplorare e sperimentare soluzioni strumentali dove si alternano dub, trip-hop, kraut-rock, elettronica, ambient, dark, filtrando il tutto attraverso lo specchio ingannevole della psichedelia contemporanea.
“Cosmic Joke” tiene fede alle peculiarità stilistiche già espresse in passato. Ancora una volta l’artista americano mette in scena una sequenza di groove, divagazioni analogiche e digitali, con una leggerezza e una sfrontatezza tipiche più di un live-set che di un vero e proprio album in studio. Tempi ritmici vellutati in bilico tra kraut e trip-hop (“Deep Time/Complex System”), ondeggianti groove dub-psych (“Stereoscopic View”) e inconsueti dialoghi tra basso, batteria, chitarra e synth in salsa acida (“Infinite Impermanence”) reggono le fila di un album che rievoca amabili suggestioni anni 90 (Howie B, Kruder & Dorfmeister).

Ad onor del vero, sono molteplici gli episodi dove la coraggiosa mistura di stili raggiunge risultati ragguardevoli: il prog in salsa kraut-elettronica della pulsante “Integrated Paradox”, il mood dark-ambient di “Ultimate Reality (Question) e la fuga space-rock della title track.
La visione collettiva/globalista e scanzonata di Al Lover, tuttavia, è fonte di delizia ma anche di qualche perplessità. A volte la prevedibilità prende il sopravvento (“Corresponding Contradiction”), alcune intuizioni restano in sospeso (“Parallel Pathways”), altre si disperdono tra i fumi dell’elettronica (“Order From Chaos”), lasciando una lieve sensazione di volubilità creativa.

“Cosmic Joke” è alfine un disco corroborante, stimolante, fresco, un piacevole remake-remodel di quella corrente artistica che si nutre di psichedelia ed elettronica - Al Lover ha collaborato tra gli altri con i Brian Jonestown Massacre e i Goat - un disco da gustare e sorseggiare a piccole dosi e con la consapevolezza di essere al cospetto di un'opera dal fascino sapientemente fugace.

04/09/2022