Tutto il disco è incentrato sul dualismo tra il canto di Mick Moss, struggente, profondo e potente, ma alla lunga eccessivo nei vibrati, e l'impianto acustico di accompagnamento, semplice nelle melodie che tratteggia, ma molto curato ed efficace, con accompagnamenti di varia natura. Questi sono rappresentati in primis dai canonici inserti di chitarra distorta metallica, purtroppo troppo blandi e ripetitivi, col risultato di spezzare l'atmosfera anziché rinforzarla come sarebbe loro intenzione.
Lo stesso timbro della distorsione finisce con l'apparire troppo gracchiante e sgradevole, ricordando quello di "Deliverance" degli Opeth e stonando con la cura certosina riposta negli elementi acustici, nei contrappunti vocali, nell'effettistica elettronica e nella sezione ritmica. Tra i momenti in cui ciò risalta di più c'è, per esempio, "Paranoid Carbon", altrimenti un brano effettato trip-hop/darkwave sulla scia dell'esordio "Saviour", ma qui rovinato dalle esplosioni di chitarra. Sono molto più intriganti, piuttosto, gli interventi del sassofono, a conferire una sottile venatura dark-jazz di maggiore effetto, ma sfortunatamente la loro presenza è col contagocce.
Il livello delle canzoni sostanzialmente si mantiene equilibrato, senza veri picchi ma nemmeno parentesi sbiadite, se non per alcuni elementi interni. Anche stilisticamente c'è molta coesione. Tra i brani più evocativi figurano "Redshift", che ricorda una via di mezzo tra Anathema e Solefald, e la spedita "Entheogen", con piccoli ma suggestivi effetti elettronici ad accompagnare il basso e la batteria corposi. Tra quelli più ambivalenti ci sono "Heathen", con deliziosi rintocchi di tastiera minimale purtroppo rovinati da un basso troppo tagliente e dai soliti chords distorti fuori posto, e "Fools Good", che suona come dei Jethro Tull metallici mescolati agli Opeth più acustici, ai Riverside più duri e ad alcuni effetti à-la Pink Floyd, e mostra una passionale carica melodica, di nuovo stemperata dagli interventi di chitarra. Da segnalare anche l'assolo della conclusiva "Kick The Dog", piacevole ed emozionante, per il netto contrasto con gli altri riff più distorti.
Pur non spiazzante e con alcuni momenti che stonano, "A Profusion Of Thought" è tutto sommato un album piacevole all'ascolto, atmosferico, ma soprattutto romantico.
(06/12/2022)