Black Lips

Apocalypse Love

2022 (Fire)
garage-pop-rock

La fama dei Black Lips è sempre andata di pari passo con le loro adrenaliniche performance, irriverenti quanto basta per alimentare la meritata fama di band poco allineata. L’alternanza della qualità della produzione discografica non ha affievolito l’interesse per le loro gesta, anche la lieve deriva country sperimentata con il passaggio alla Fire Records ne ha preservato il piglio immaginario e stravagante.
Ostentati simbolismi - il cavallo di copertina per molti è un richiamo all’ultimo disco di Beyoncé ma è solo una curiosa coincidenza - un sempre abile mix di avanzi della trasgressione rock’n’roll e gossip - la cantante Zumi Rosow è stata testimonial di una linea Gucci – e una scrittura abbastanza personale garantiscono anche a questo nuovo capitolo discografico di incidere sulle sorti del rock americano contemporaneo.

Alle incendiarie vibrazioni degli esordi, egregiamente rivitalizzate nel loro album del 2017 “Satan's Graffiti Or God's Art”, e alla spensierata parodia dell’America stelle e strisce di “Sing In A World That's Falling Apart”, i Black Lips controbattono con un eclettismo che stuzzica e lascia intatta la loro fama di alfieri del garage-rock. Elemento di curiosità e novità è l’uso di vecchi synth made in Russia, senza dubbio responsabili del furore electroclash del singolo “No Rave” e dello svogliato rap “Sharing My Cream”.
“Apocalypse Love” è un atipico dance album, un manifesto di spensieratezza ed edonismo, pieno di intelligenti trabocchetti. Non è decifrabile il connubio tra il brio surf di “Operation Angela” e il funesto mix di punk e Morricone di “Love Has Won”. Delirio e inventiva non mancano, spesso si celano tra dettagli: il suono del clacson nell’inno all’ebbrezza di “Crying On A Plane” o la psichedelica cacofonia della sghemba “Whips Of Holly”.
In verità, i Black Lips sono una delle poche band alla quale si riesce a perdonare l’ordinarietà di brani come “Stolen Vator” e “Tongue Tied”, certi di scovare tra le righe almeno una canzone da custodire nel cuore e nella mente. Un podio che spetta senza dubbio alcuno all’arido, polveroso e onirico acid-country a metà strada tra David Lynch e i Wall Of Voodoo di “Lost Angel”.

Per una band che in passato ha dispensato almeno un trittico di intuizioni geniali, la tentacolare eterogeneità di “Apocalypse Love” rischia di apparire come un contentino per i fan. Tuttavia, anche senza gridare al capolavoro o al ritorno dell’ispirazione primigenia, questo è un capitolo tra i più godibili del loro repertorio. E per un gruppo che calca da vent’anni le scene è un risultato non trascurabile.

21/10/2022

Tracklist

  1. No Rave
  2. Love Has Won
  3. Stolen Valor
  4. Lost Angel
  5. Whips Of Holly
  6. Apocalypse Love
  7. Operation Angela
  8. Crying On A Plane
  9. Sharing My Cream
  10. Among The Dunes
  11. Tongue Tied
  12. Antiaris Toxicaria
  13. The Concubine




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