Per il resto conviene affidarsi all'ascolto: in "Absolute Compliance" il sound si abbandona al crooning deformato di Spector, mentre batteria e synth costruiscono autentici muri di suono tra il futuristico e l'allucinato. "New Mexico" apre le danze luciferina, mentre "Crack In The Surface" viaggia su binari di mercuriale new wave e "Bad Brad" punta su trame ritmiche industrial; la drammatica "People Watching People" viene attraversata da synth impazziti, con la batteria a scandire un groove marziale.
Il tiro si alza con il post-punk danzereccio di "Power", mentre "2 Is A Letter" è un mantra synth-blues che svanisce nei tappeti lisergici di "Sweating Man", per arrivare alla conclusiva "Swell", in odore di kraut proto-techno.
I Bronze regalano un album davvero suggestivo, inquietante e pieno di fascino, capace di attirare le più disparate influenze e comprimerle in una musica potente e personale. Immaginatevi Bryan Ferry che collabora con i Cluster e Klaus Schulze per la colonna sonora di un film di David Lynch e forse avrete un'idea di cosa sono i Bronze. Altrimenti provare per credere.
(04/05/2022)