Quello di Daniel Carlson non è un nome molto noto, ma i più attenti lettori di OndaRock ricorderanno che il musicista americano nel 2019 accettò di partecipare al nostro giochino sulle classifiche dei migliori dischi dell’anno. Nel dare una rilettura agli album scelti dall’artista americano si scorgono autori affini allo stile di Carlson, come Sean O’Hagan e Liam Hayes, alcune prevedibili scelte nel campo soul e jazz e un’inattesa passione per il progressive e per Canterbury. Un quadro abbastanza intrigante e a suo modo coerente, quello proposto dal musicista statunitense, autore di una serie di album ed Ep raffinati e colti, sulle orme di artisti come Paul McCartney e Brian Wilson.
Il nuovo album, “Cartoon Babylon”, giunge dopo quattro anni di lavoro, ed è una solida raccolta di pop post-Beatles. Inutile girarci intorno, Daniel Carlson è un musicista ancora innamorato di quell’arte della composizione che nei primi anni 70 era punto di riferimento non solo per artisti pop come Elton John, ma anche per band di lignaggio e spessore come i Pink Floyd.
Carlson torna ad avvalersi di musicisti e collaboratori per un disco decisamente più maturo, registrato tra Amsterdam, Berlino, New York e Los Angeles con il prezioso supporto di una backing band di tutto rispetto: Chris Bruce (chitarra), Jebin Bruni (tastiere), Earl Harvin (batteria), e Meshell Ndegeocello (basso).
E’ una scelta, quest’ultima, che sposta l’asse stilistico di “Cartoon Babylon”; gli arrangiamenti sono decisamente più ambiziosi e sostanziosi delle sonorità lo-fi del passato. Sapienti ed eleganti piano ballad (“Light Lab”) e delizie chamber-pop che prendono in prestito la metodica di George Martin (“The Sirens”) si alternano ad ariose mini-sinfonie stile Beach Boys/High Llamas (“She's Flying Again”), senza mai cedere il passo alla routine.
Daniel Carlson si conferma un autore pop decisamente atipico, uno dei pochi che potrebbe convincere anche qualche duro e puro rocker ad abbandonare per un attimo pregiudizi e diffidenze. Bastano in verità le pur semplici progressioni armoniche di “Covered In Gold” per apprezzare l’estrema eleganza della scrittura del musicista americano, ed è ancora più facile ammirarne le peculiarità quando scende nei meandri del prog-pop con un ipnotico groove soul-rock e un abile graffio chitarristico pinkfloydiano (“They Tumble Through”).
La magia si ripete in parte nella pur incalzante “50”, dove Carlson lascia ancor più spazio alle abili doti della band di supporto scivolando verso atmosfere prog-pop tinte di jazz, mentre le atmosfere più sofisticate e noir di “Bloodflows” sigillano con classe un disco di rara eleganza.
A suo modo “Cartoon Babylon” riprende le migliori istanze di dischi come “Fed” di Plush o del più recente album di Sean O’Hagan, “Radum Calls, Radum Calls”, aggiungendo così il nome di Daniel Carlson alla lista dei compositori che continuano a dare lustro al termine pop.
23/11/2022