Familia Normal

Comunista o fascista, conservatore o progressista, liberale o democratico, filosofo o uomo comune, etero o fluidsex, a nessuno è concesso di poter trascurare il concetto di famiglia perfetta, normale. Centro di tutte le dispute ideologiche della storia dell’umanità, il concetto di famiglia è si un valore giuridico, ma anche un unicum etico e spirituale.
E’ dunque temeraria e impegnativa la scelta dei quattro ragazzi di Madrid di chiamare la propria band Familia Normal, ancor di più in considerazione della mistura di rock, funky, psichedelia, rap, punk, flamenco, ska, pop e r&b, che è alla base della loro proposta musicale, straniante e stimolante quanto basta per emergere dal creativo calderone dell’anno in corso.
Eclettismo e surrealismo fanno da sprone al vivace meltin’ pot della band. L’approccio naif e bislacco non occulta i sapienti e colti arrangiamenti, il quasi brutale contrasto tra melodia e furia della formazione spagnola ha molte affinità con le alterazioni rockabilly degli Stray Cats (la quasi psychobilly “Dame Coltán”), con il funk-punk dei Pigbag (l’alieno jazz-funk-punk di “Impotencia”) o con il primo acid-jazz (“Hombre Patillas”).

I Familia Normal hanno anticipato l’uscita del disco con due brani dall’elevato tasso creativo, e spetta proprio a uno dei due singoli aprire l’album (questo dopo la breve introduzione strumentale di “Aperitivo”), ovvero “Mar Es Ella”,  un esuberante pop-rock psichedelico in bilico tra suggestioni sixties - con tanto d’organo e melliflui accordi di chitarra - e continue divagazioni liriche, trascinate in una dimensione onirica che tastiere vintage e distorsioni sonore trasformano in una geniale digressione di stili.
Ancor più contagiosa la provocazione beat-psych-r&b di “Clementina”, brano che è altresì terreno fertile per le molteplici attitudini della band, tra pause e slanci ritmici che bramano la resa live.

Caos e fantasia sono gli elementi primari di un album non facile da amare a un primo fugace ascolto, ma le incursioni sci-fi, library e lounge di “Psicoludio” e “Hegemonía”, il vigoroso, frammentario e oscuro groove della fuga psichedelica-schizofrenica di “Celos De Hormiga”, l’apparente romanticismo dell’impudente folk-jazz di “Péndulos Cardiacos” e l’irriverente e sghembo rock’n’roll della title track trasudano originalità e personalità, un binomio vincente che ha catturato le attenzioni di Ignacio Simon dei Northwest, produttore di questo vibrante esordio dei Familia Normal.

15/07/2022