Keiron Phelan è un cantautore che predilige la leggerezza e il disincanto allo straziante romanticismo, un elegante e sornione poeta d’altri tempi conquistato dall’intensità di Bill Fay, dalla perseveranza di John Howard e da icone pop come Lindsay De Paul.
Il nuovo album “Bubblegum Boogie”, realizzato ancora una volta con il supporto della band dei Peace Signs, è tutto quanto sopra descritto ma anche molto di più. Phelan torna a cimentarsi con un brano di Fay: questa volta tocca alla struggente “I Hear You Calling”, restituita nella sua più cruda e viscerale intensità, ma l’influenza del cantautore londinese è percepibile anche nella piacevolmente malinconica “I Don't Know How We're Getting Home From Here”. Altra cover altrettanto stimolante è la famosa “Sugar Me” di Lindsay De Paul, cantante e autrice britannica che ha conosciuto una certa notorietà negli anni 70 e 80 anche in Italia, dove le sue canzoni sono state interpretate anche da Mia Martini e dai Domodossola. Phelan non nasconde la propria ammirazione per autori sottovalutati come Harry Nilsson e John Howard, a quest’ultimo dedica addirittura una delle tracce più accorate dell’album “Song For John Howard”.
Ad onor del vero la maggior fonte d’ispirazione di “Bubblegum Boogie” è la figura di Marc Bolan, che riecheggia non solo nel titolo dell’album (un riferimento a “Bolan Boogie”), ma in molte tracce, a partire dall’allegro country-glam di “Trojan Pony” fino alla citazione del riff di “Mambo Sun” nell’altrettanto sghembo pop-folk di “I Got Ziggy On The Landline” (altro richiamo al glam, quest’ultimo per David Bowie).
Il nuovo disco di Keiron Phelan è una di quelle opere che ti costringono a riflettere sullo stato della canzone d’autore, quel magico mondo di mezzo dove una volta si incontravano Burt Bacharach e le pulsioni acustiche del progressive rock (la title track), dove hanno pescato sia Cat Stevens che Neil Hannon e perfino Kevin Ayers (“Apple Pie”), e che ha fatto da collante tra il punk e il passato (già sancito da Sid Viciuos con “My Way”), regalando al concetto di pop song una dignità ormai dispersa dietro un potente e sfavillante muro del suono, ricco di effetti speciali ma assolutamente privo dell’autenticità della musica pop.
24/12/2022