Castle Face perciò consegna i tre principali lavori della formazione in riedizione monstre: due album, “Strange Warmings Of Laddio Bolocko” (1997) e “In Real Time” (1998) e un EP, “As If By Remote” (1999), tutti pubblicati per Hungarian, testimoniano che probabilmente, davvero “nessuno all'epoca suonava come loro”. I Laddio Bolocko venivano accostati ai Tortoise, ,ma i punti di contatto con la band di Chicago sono minimi, fatta eccezione di suonare solo strumentali: se il sound dei Tortoise si guarda alle composizioni di Steve Reich e alle suite dei CAN, quello dei Laddio Bolocko tentava di riprodurre la vita vissuta tra le discariche e le macerie del DUMBO, zona industriale di Brooklyn e il rigore anarchico dei Faust. Diciassette tracce, che vanno dai 59 secondi di elettronica marcia di “A Warm Annoyance”, fino ai sedici e passa di “Y Toros Pt 1”: la musica dei Laddio Bolocko è un continuo flusso di spigolature impro, caos noise-jazz (“Goat Lips”, “Call Me Jesus”, “The Outro” fino all'escalation di “Nurser”), deliri free (“The Man Who Never Was”, “Dangler”), dilatazioni psichedeliche (“Karl”, “A Passing State Of Well Being”, “In Search Of Bolocko”) che sfociano in cut-up e detriti sonori assortiti (“Y Toros Pt 1/2”), percussionismo post-industrial (“As If By Remote”, “Laddio's Money”), jam di math-rock ectoplasmatico (“Beatrice The Coyote”, “The Going Gong”) e persino folk hauntologico (“Wallkill Creek Survival”). La band si sciolse nel 1999 e Drew St. Ivany (chitarra) fondò i The Psychic Paramount, a cui successivamente si unì anche il bassista Ben Armstrong; Marcus De Grazia (sax, tastiera, flauti) partecipò ai due dischi degli Electric Turn To Me insieme al batterista Blake Fleming, che, trasferitosi a Los Angeles, entrò nelle fila dei Mars Volta. Da lì in poi, le strade di noise-rock, math, elettronica, punk e jazz avrebbero raggiunto in mille rivoli l'underground statunitense, dando vita al rumore targato USA '00: dalla Portland dei Lightning Bolt alla Ann Arbour dei Wolf Eyes, alla California di John Wiese, Burmese e The Skaters. I Laddio Bolocko, per carità, non furono gli unici anticipatori di quella stagione (basti pensare all'esperienza del Fort Thunder di Portland negli anni '90), ma a vent'anni di distanza rimane chiara l'influenza che il sottoproletariato underground degli anni '90 giocò nelle tendenze a venire. A John Dwyer il merito di rispolverare una band finita nel dimenticatoio, omaggiando una stagione musicale a cui lui stesso, poco più che adolescente, prese parte. I Laddio Bolocko sono una creatura musicale pericolosa: maneggiare con cura.
(12/06/2022)