Le mutazioni stilistiche di Conor Mackey hanno un filo comune, un approccio alla composizione che fa sì che ogni progetto risulti prodromo al seguente.
L’ultima incarnazione del musicista di Chicago, chitarrista, tastierista e ingegnere del suono della band Monobody, lo ha visto impegnato in un rigoroso e interessante mix di jazz-fusion e math-rock. Allo stesso tempo Mackey si è prodigato nella produzione di un Ep di uno dei membri del gruppo, nonché responsabile dell’etichetta Sooper, NNAMDÏ, spostando l’asse stilistico di quest’ultimo dall’hip-hop all’elettro-pop e all’Idm. Da questa esperienza è nato il nuovo moniker, Lynyn, sotto il quale l’artista americano esplora con eguale rigore l’eccentrica vivacità dell’elettronica di Aphex Twin e il suggestivo ambient-techno degli Autechre.
Conor MacKey domina la materia con la sapienza di un compositore classico-sinfonico: drum & bass, hip-hop, ambient, glitch, Idm, dub, jungle, breakbeat e synth-pop sono abilmente modellati in nove brani dotati di personalità.
Nei quasi sei minuti di “Vnar Rush” il musicista mette a dura prova suoni modulari, dissonanze e ritmi ossessivi, filtrando il tutto attraverso algide melodie e architetture statiche. Una peculiarità compositiva che in “Amund Vise” diventa ancor più esaltante, tra melodie che inseguono tempi ritmici disparati e apparentemente casuali, mentre distorsioni, guizzi vocali e il fragore naturale del basso ne alimentano la bruciante energia a base di incalzanti breakbeat.
Alle meraviglie dei ritmi sincopati di “Uja End” e alle modulazioni quasi rave della splendida e complessa “Stumbling”, l’autore contrappone riverberi elettronici quasi polifonici (“In Dust”) e pause sperimentali (“Memory”) che mettono in evidenza una lieve distonia tra il rigore tecnico e gli impulsi armonici dell’album.
“Lexicon” è un disco vulnerabile, che in parte disorienta. Conor MacKey è senza dubbio abile nel calibrare ricerca e fruibilità dell’insieme, ma i riferimenti sono a volte troppo evidenti e rischiano di stemperare l’attenzione dell’ascoltatore. Non sorprende, dunque, che il progetto Lynyn preveda anche una serie di video a supporto, creati da veri maestri dell’arte visuale.
E’ evidente che il musicista di Chicago abbia tutte le qualità necessarie per evolvere questa già pregevole materia verso qualcosa di realmente nuovo (si ascolti la conclusiva “Puffling”), nel frattempo “Lexicon” è un album ricco di promesse e prodezze sonore e MacKey un artista da tenere assolutamente d’occhio in qualsiasi delle sue incarnazioni future.
(31/01/2023)