Tale corrente non è stata esente da una serie di accuse e di controversie legate alle posizioni ultranazionaliste di alcuni suoi esponenti, un trambusto che si è comunque affievolito in favore di una visione più poetica e distaccata della narrazione di questo territorio.
Per quanto riguarda i Nokturnal Mortum - polemiche a parte - l'unica costante immutabile del loro percorso concettuale ci trascina direttamente nel cuore di un'Ucraina pagana e legata alle sue antiche tradizioni precristiane. Questa celebrazione del folklore locale non è mai stata messa in discussione in quasi trent'anni di carriera, a cominciare dai primi vecchi demo del gruppo: uno di questi, "Lunar Poetry", uscì nel lontano 1996, diventando nel giro di poco tempo un vero e proprio oggetto di culto.
Nonostante una lunga serie di ristampe più recenti, i Nokturnal Mortum hanno deciso di risuonare ex novo gran parte dell'intero lavoro, includendo nella tracklist anche una nuova versione di "Return Of The Vampire Lord" (brano contenuto nell'omonimo Ep del 1997). Il risultato ovviamente si inserisce sulla scia dei loro ultimi due album, grazie a una produzione più solida e corposa. A risentirne è tuttavia il grezzo spirito primigenio con il quale furono concepiti i pezzi originari, senza contare una componente symphonic black qui letteralmente spostata su un binario parallelo (l'utilizzo delle tastiere risulta meno tenebroso poiché votato a enfatizzare le derive folk del progetto, come testimoniato dall'attacco della sempre superba "Perun's Celestial Silver").
Chi già conosceva i gloriosi esordi dei Nokturnal Mortum, qui si troverà davanti a un remake ben realizzato ma tutto sommato superfluo, al contrario degli eventuali nuovi adepti, coloro che forse preferiranno la freschezza di "To Lunar Poetry" al fascino underground dell'originaria release. Nel frattempo, ci auguriamo che anche la musica possa presto risorgere dalle ceneri di Kharkiv.
(03/03/2022)