Da quando Brendon Urie è stato abbandonato, poco a poco, da tutti i suoi vecchi compagni musicali, le cose hanno iniziato a girare male per il progetto
Panic! at the Disco, che si è dapprima sganciato dalle velleità emo-pop con cui aveva raggiunto il successo, ma anche delle più recenti inclinazioni dance-pop.
Nelle intenzioni del suo autore, “Viva Las Vengeance” dovrebbe infatti suonare come una
rock opera sulla scia di
A Night At The Opera dei
Queen, ma è invero un
pasticciaccio brutto in cui l’intento ironico - da sempre preponderante per PATD - è solo il
flatus vocis che malcela una penuria d’ispirazione e un citazionismo smaccato e fuori luogo. Ogni brano scopiazza infatti almeno due o tre classici, rubando dai già citati Queen fino a
Elvis Costello, passando per Kiss, Raspberries, Meat Loaf,
T-Rex e
Beatles. In molti brani di “Viva Las Vengeance” vi è, poi, una disturbante dissonanza tra strumenti e traccia vocale, come se tutto fosse frutto di un taglia e cuci amatoriale.
Anche la voce di Urie, da sempre punto di forza di Panic! at The Disco, appare qua forzata e stridula, alla perenne ricerca della nota più alta. Uno sfoggio straripante che scade spesso nel grottesco. Vi basterà ascoltare “Sad Clown” per capire.
Non fanno eccezione i testi, che spiccano per il loro infantilismo, tant’è che “Middle Of A Breakup” e “Sugar Soaker” sembrano scritti da adolescenti in piena fase ormonale su Tumblr, e il mix, rumoroso e compresso, non lascia respiro agli strumenti, con la batteria spesso a malapena udibile. I brani si muovono quindi entro un
range dinamico ristretto, che li rende ancor meno espressivi, nonostante l’ostentata ricerca di sontuosità e opulenza da parte di Urie.
Un ascoltatore nostalgico potrebbe apprezzare il barocco singolo di lancio, “Viva Las Vengeance”, in cui è ancora possibile rintracciare qualche venatura ironica e una parvenza di forma-canzone e, se sufficientemente masochista, anche la
super-catchy “Sugar Soaker”, con il
riff à-la Ac/Dc e le strofe da
crooner piacione.
Come dichiarato dallo stesso Urie, “Viva Las Vengeance” è la (legittima) realizzazione di un sogno adolescenziale ma, a conti fatti, è anche e soprattutto un
melting pot delirante e inconcludente di canzoni brutte.
14/10/2022