È innegabile che i Pinguini Tattici Nucleari siano tra gli esponenti di maggior successo commerciale emersi dall'attuale scena musicale italiana, se non il fenomeno del momento, escludendo per un attimo il pianeta Måneskin, ormai proiettato verso orizzonti che hanno da tempo valicato i nostri amati confini.
Il grande riscontro ottenuto in occasione del Festival di Sanremo 2020 con il brano "Ringo Starr" (classificatosi al terzo posto) ha aumentato a dismisura la schiera di fan al loro seguito, confermata dal grande successo ottenuto dalla versione 2.0 dell'album "Fuori dall'hype", già pubblicato nel 2019 prima della loro partecipazione alla kermesse sanremese.
Le date sold out del lungo tour che ha accompagnato il successivo fortunatissimo Ep "Ahia!" (2020) si sono rivelate l'innesco perfetto per tentare il rischioso passaggio agli stadi: tappa superata nel modo più brillante dal sestetto bergamasco, con il tutto esaurito registrato nel giro di pochissime ore per le date 2023 previste a Milano e Roma.
L'estate scorsa erano circolate alcune voci (infondate) circa il presunto scioglimento della band. Su questa notizia Riccardo Zanotti e soci hanno sagacemente costruito le fondamenta del nuovo e atteso album intitolato, nemmeno a dirlo, "Fake News", distribuito con quattro copertine differenti, ognuna riportante una falsa notizia con loro come protagonisti, nel classico stile dell'articolo di cronaca.
Anticipato dai due singoli "Giovani Wannabe" e "Ricordi", che hanno letteralmente spopolato nei mesi precedenti, "Fake News" non apporta significative varianti stilistiche alla miscela che ha trainato la band bergamasca al prorompente successo: un pop frizzante, con la faccia pulita.
Va detto che Zanotti, frontman e autore dei brani, è un paroliere dotato d'invidiabile capacità di codifica dei pensieri, dei ricordi e d'analisi del mondo circostante, in testi metricamente fluidi, che talvolta sfociano anche in colte citazioni e stuzzicanti connessioni con i tempi moderni.
I riferimenti a Cremonini, soprattutto dell'epoca Lunapop ("Stage Diving" e "Hikikomori"), al primo Tiziano Ferro ("Ricordi"), a Max Pezzali ("Barfly") e a Lo Stato Sociale ("Giovani Wannabe") sono da un lato dei paragoni prestigiosi, dall'altro dei limiti che sembrano, al momento, frenare eventuali sviluppi artistici della loro proposta.
I tredici brani in scaletta, quattordici se si aggiunge "Forse", disponibile solo su supporto fisico, procedono secondo uno standard consolidato, pur facendo spuntare dal mazzo qualche episodio sopra la media. "Zen", ad esempio, è un brano urban apprezzabile che, piazzato come opener, sembra invitare la band a osare verso nuovi territori, mentre "Hold On" è una power ballad dallo schema semplice che si dispiega agevolmente nell'analizzare i problemi che caratterizzano rapporti sentimentali che fanno i conti con l'insoddisfazione esistenziale. Anche il variegato synth-pop di "Melting Pop", pieno di microscopiche contaminazioni di diversa provenienza, le reminiscenze rockeggianti di "Fede" e soprattutto di "Non sono cool", dove riemergono i virgulti indie degli esordi, si lasciano preferire ad altri episodi più anonimi.
"Fake News", come altri più recenti lavori, va a intercettare tutta quella fetta di pubblico giovanile che non vede nella trap più verace il proprio credo esistenziale, semplificando (forse troppo) la proposta dei Pinguini Tattici Nucleari per poter raggiungere il maggior numero di fruitori. Una strategia che sta decisamente ripagando dal punto di vista commerciale, questo va detto, ma che lascia un po' di amaro in bocca per la perdita quasi totale di quell'adorato eclettismo che l'indie-pop italiano aveva mostrato già a partire dalla seconda metà degli anni 2000, poi ulteriormente evolutosi negli anni 2010, proprio quando i Pinguini Tattici Nucleari risultavano tra gli alfieri di questo particolare movimento.
12/12/2022